I fumi si sviluppano prevalentemente durante la notte e persistono per le prime ore del mattino, fino a che, con il levarsi del sole e dei venti, si dissolvono lentamente. Il fenomeno è più evidente e frequente in tutte le mattine con stabilità atmosferica, in assenza di venti, anche con umidità, come nel periodo invernale; esso è caratterizzato, inoltre, da un odore acre e sgradevole. Benché vari in base alle condizioni climatiche, si presenta sotto forma di foschia diffusa e ben visibile a tutti. Nella zona, più che circoscritta, interessata dai fumi, inoltre, è stato riscontrato dai residenti un aumento negli ultimi tempi di varie patologie anche oncologiche; va precisato, tuttavia, che non vi sono prove oggettive e dati certi che colleghino i due fenomeni.
Nell’estate 2016, a seguito delle ripetute segnalazioni e preoccupazioni degli abitanti, è stata installata dall’Arpa una centralina per il controllo dell’aria, posizionata però a molte centinaia di metri dalla fonte. A febbraio 2017, dopo appena sei mesi, la centralina è stata rimossa e solamente a novembre, con la nuova amministrazione comunale, sono stati resi pubblici i risultati. Nella nota informativa il Comune, oltre ai dati, afferma che è stato utilizzato un «mezzo mobile installato in Via XXV Aprile in posizione favorevole alla direzione dei venti dominanti nel periodo», evidenziando quindi implicitamente la criticità della misurazione, ma rassicurando e promettendo alla popolazione che «si prospetta la necessità di installare di nuovo la strumentazione adatta a rilevare lo stato della qualità dell’aria locale, aumentando il periodo di osservazione e ampliando il raggio di azione in diversi punti della città». Ma la popolazione a un anno di distanza è ancora in attesa di tutto ciò.
Intanto, nella stessa zona, che i cittadini definiscono oggettivamente critica, l’ex sindaco Carlo Rossini, tanto per confermare e aumentare il disagio, ha deciso di collocare il nuovo depuratore poiché, a suo dire, quella è una zona “con una situazione già compromessa”.
Il pensiero dei cittadini si riassume in questa nota che Elio Andreucci sta diffondendo e sostenendo da tempo, anche attraverso contatti con amministratori e enti regionali, inviando relazioni, richieste di chiarimento e interventi risolutivi.
«Dobbiamo difendere i posti di lavoro, la salute degli operai e dei cittadini, siamo tutti grati per la presenza delle opportunità occupazionali, ma vogliamo sapere che cosa respiriamo, quali rischi corriamo, cosa contengono quei fumi, che relazione hanno i contenuti con le patologie che si stanno diffondendo, quali misure precauzionali si stanno adottando, come, dove e quando, e soprattutto se vengono fatti i controlli. Il sospetto genera sempre incertezza e l’incertezza timore; è necessario quindi conoscere la verità».
Dopo tutti questi anni, nessun cittadino può veramente considerarsi sicuro e estraneo alla vicenda: tutti, affacciandosi dalle varie parti della città, hanno notato questi fumi e si sono posti le stesse domande che si pongono quei residenti che da anni non sanno se essi abbiano solo un cattivo odore o se siano anche causa delle malattie, che in poco tempo si sono sviluppate e continuano ancora a manifestarsi. Queste sono le semplici domande a cui tutti quei residenti auspicano di ricevere una risposta il prima possibile, chiamando in causa la responsabilità di chi è preposto alla sicurezza dell’ambiente e della popolazione:
«Perché tanto silenzio da parte delle istituzioni intorno a questa allarmante vicenda? Perché non si installano centraline di controllo continuo nei punti strategici come era stato promesso? Perché il fumo è maleodorante e di colore celestino, quando si dice che si brucia solo metano (anche se in realtà c’è pure il coke di petrolio), cos’altro non sappiamo? Perché non ci viene concesso di conoscere la statistica delle patologie, soprattutto oncologiche, relative alla zona interessata dal fenomeno dei fumi? Perché nessuno si accerta se e quale relazione esiste fra le patologie che si stanno diffondendo e il contenuto dei fumi? Perché a nessuno interessa la salute della gente? Eppure, oltre agli enti regionali, il Comune di Todi ha recentemente stipulato una convenzione con i sindaci europei proprio sul tema ambientale. Al punto terzo dello statuto comunale, inoltre, è scritto che “ il Comune tutela il proprio territorio ed opera per il miglioramento dell’ambiente e delle condizioni di vita».
«Quello che è successo in questi giorni in Italia – conclude Elio Andreucci, riferendosi ai danni causati dal maltempo nello Stivale, soprattutto nel mese di ottobre – è qualcosa di veramente drammatico; lo stravolgimento climatico sta causando eventi meteorologici estremi, con effetti catastrofici e devastanti. L’inquinamento ambientale e atmosferico, insieme all’incuria, alla superficialità e all’abusivismo, sono la causa principale di queste sciagure, e quanto sopra esposto può considerarsi in parte attinente a certi fenomeni. Gli esperti ci dicono che siamo al punto di non ritorno e che certi gravi episodi potrebbero intensificarsi nel tempo. Di fronte a una così allarmante situazione, siamo tutti chiamati a rispondere con la nostra diretta sensibilità e responsabilità; non possiamo rimanere inerti, nella colpevole indifferenza, ognuno deve fare la propria parte, per la nostra sicurezza e per il futuro dell’umanità».