Ex studentessa del Liceo gira un corto sulla solitudine e sui disturbi alimentari
IL CIAK DI AGNESE TOMBA

TODI – L’Ombra del Padre di Agnese Tomba è un cortometraggio che attraverso immagini forti e una narrazione commovente narra la storia di Giada, una bambina che a soli 9 anni vede suo padre andarsene di casa. Perciò, durante l’adolescenza, si trova a dover affrontare vari problemi, tra i quali i disturbi alimentari, in quanto rimane psicologicamente ferita dall’abbandono del genitore. Tra gli obiettivi di questo lavoro c’è quello di sensibilizzare gli spettatori, attraverso il racconto delle esperienze di Giada, riguardo ai diversi ostacoli che ogni adolescente potrebbe incontrare nella propria vita. Nella nostra società, infatti, i problemi portati alla luce in questa produzione sono ricorrenti tra i giovani, ma il più delle volte rimangono inascoltati. «La storia di Giada è quella di molti di noi: una giovane alla ricerca di quell’amore e quel conforto che possano riempire il vuoto incolmabile che si cela nel suo cuore. Abbiamo utilizzato immagini di forte impatto – a tratti fastidiose – ed una narrazione in prima persona di Giada, proprio per cercare l’empatia del pubblico verso la ragazza e le problematiche di cui soffre» ci dice Agnese.

La storia dietro il corto

Agnese Tomba è un’ex-studentessa del Liceo “Jacopone da Todi”, laureatasi all’università Bocconi di Milano in Economia e  Management per Arte, Cultura, Media e Intrattenimento. Dall’età di 13 anni scrive sceneggiature e aspira a poter lavorare nel mondo del cinema. L’idea per L’Ombra del Padre le viene durante un viaggio in metropolitana, quando si immagina il personaggio principale, ovvero Giada, la protagonista della vicenda. «In pochi minuti la mia immaginazione aveva creato il personaggio di Giada, era proprio di fronte a me! Potevo provare le sue emozioni ed immaginare le sue azioni, dovevo solo trovare un contesto ed era fatta» ci racconta AgneseNei mesi successivi Agnese scrive e realizza inizialmente solo una sceneggiatura, intitolandola “Un giorno qualunque”.  Infatti il  giorno vissuto da Giada può sembrare piuttosto monotono e insignificante, quando in realtà è di profondo valore sentimentale per la ragazza. Lo scorso aprile, dopo che il prodotto creato si posiziona fra i primi tre classificati nella sezione “More Than a Script Competition” all’ÉCU (The European Independent Film Festival) di Parigi, Agnese si rende conto del potenziale che ha questa storia e, di conseguenza, si sente stimolata a creare un vero e proprio cortometraggio, per poterlo presentare a un pubblico più vasto, avvicinandosi così al suo sogno. 

La trama

Il cortometraggio segue Giada, che si sveglia, fa colazione e decide di scrivere una lettera. Mentre scrive vengono rappresentate  delle scene, a mo’ di flashback, nelle quali la ragazza si rapporta in maniera scontrosa con il cibo e si relaziona con il padre e con altri uomini. Infatti, Giada riporta nella lettera ciò che le è successo negli anni passati, trascorsi in solitudine e in tristezza dopo essere stata abbandonata dal genitore. La scrittura è un modo per potersi lasciare tutto alle spalle e cominciare una “nuova vita”. Tramite un mix di musica e immagini forti, il cortometraggio cerca di rendere lo spettatore più sensibile nei confronti di tematiche quali l’abbandono, i disturbi alimentari e le modalità con cui dare sfogo al dolore e alla sofferenza. «Queste esperienze spesso lasciano ferite che ognuno scopre e affronta in modo diverso» ritiene Agnese, non estranea a problemi psicologici simili a quelli di Giada. «Il cortometraggio non propone una soluzione, ma a mio parere la cosa migliore che si possa fare, se ci si trovasse in una situazione analoga, è rivolgersi a qualche specialista. Bisogna avere una mente aperta ai rapporti con altri, perché spesso la gente, anche se non sembra, è disposta ad aiutare il prossimo».

La squadra de L’Ombra del Padre

La produzione

La produzione del corto è durata circa sei mesi; sono previste due premiere entro la fine di dicembre, una a Milano (dove il corto è ambientato) e l’altra a Todi. Quello della realizzazione è stato un lungo percorso, e i fondi necessari sono stati raccolti tramite due campagne di Crowdfunding online: una su Indiegogo.com e un’altra sul sito di Produzioni dal Basso. I fondi non investiti nella produzione saranno donati all’associazione “Mi fido di te” di Todi, che si occupa di ragazze affette da disturbi alimentari.

Il lavoro è stato svolto da un gruppo di giovani filmmaker a Milano: Agnese Tomba, Andrea Buongiorno (regista), Umberto Ponzoni (direttore di fotografia), Isabel Rosanova (assistente alla regia), Silvia Fusi (assistente di produzione), Sarah Lombardo (post-produzione), Mircea Giada (colorist) e Julia Buongiorno (attrice principale).«Dalla fase iniziale di ricerca delle risorse e pianificazione delle riprese, gestite principalmente dal produttore, siamo passati poi alla fase di “principal photography”, regno indiscusso del regista che, affiancato dall’assistente alla regia e dal direttore della fotografia, muta in immagine i fatti e le emozioni presenti nella sceneggiatura. La fase di “shooting” lascia poi spazio alla “post-produzione”, in cui il film viene montato e vengono aggiunti musica ed effetti. È stato molto faticoso perché ognuno di noi aveva già un lavoro che lo occupava per tutta la giornata e dovevamo trovare le forze per lavorare anche nel weekend. È un piccolo traguardo» ci dice Agnese «ma un’esperienza incredibile che mi ha fatto capire quale sia il mio posto nel mondo».

 

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