TODI- L’Aquila di Todi nel suo nido risorge dalle sue ceneri come l’ araba fenice, così una fiamma di speranza si riaccende per Todi ed il suo nuovo cinema porta una ventata di serena attività culturale a tutta la città. A distanza di un anno dal nostro precedente articolo che si è occupato proprio della possibile riapertura di un cinema a Todi (http://www.sottobanco.info/2018/03/14/forse-una-luce-alla-fine-del-tunnel-speranze-e-proposte-per-la-riapertura-del-cinema-jacopone) abbiamo intervistato l’ assessore alla cultura ed al turismo Claudio Ranchicchio in proposito:
Qual è l’ importanza del ritorno di un cinema a Todi?
«Il Nido dell’Aquila è la sede ideale per riaprire una sala cinematografica a Todi; purtroppo al nostro insediamento alla guida della città abbiamo trovato una situazione difficile con il vecchio cinema Jacopone, già chiuso a seguito di contrasti tra gli storici gestori e la curia proprietaria dello stabile. Dopo circa un anno abbiamo deciso di pensare e dar seguito alla proposta di chi garantisse una continuità gestionale e adeguata e una programmazione di ottimo livello. Dopo incontri con vari soggetti ed enti ed a seguito di un’attenta analisi la decisione dell’ amministrazione comunale è stata quella di affidare la gestione del nuovo cinema di Todi a Romolo Abbati ed alla sua società, che vanta una notevolissima esperienza nel settore, costruita nel tempo tramite la gestione del cinema Zenit di Perugia e del Concordia di Marsciano. Secondo me una città senza cinema è una città senza anima, priva di una parte importante di un’offerta culturale che coinvolge adulti, bambini, famiglie e scuole; la riapertura del cinema rappresenta quindi per Todi anche la risposta alla nascita di innumerevoli multisala, che si rivelano spesso “scatoloni” commerciali privi di un reale momento di aggregazione ed approfondimento culturale».
L’ amministrazione ha progetti per un connubio tra cinema e scuola?
«Al momento della firma dell’ accordo tra il comune e la società si è convenuto di dare grande spazio a specifiche proiezioni legate alla programmazione didattica di tutte le scuole. Il signor Abbati ha tempestivamente contattato i dirigenti scolastici per dar seguito a quanto convenuto già all’interno dell’ anno scolastico in corso; ci auguriamo una prospera collaborazione tra il cinema Nido dell’ Aquila e la comunità scolastica tuderte e del circondario».
Perché è stato scelto il Nido dell’ Aquila come sede?
«La riapertura di un cinema a Todi si sta rivelando una scelta vincente anche al fine della valorizzazione del bellissimo teatro Nido dell’ Aquila, un piccolo gioiello di 173 posti, spesso sottoutilizzato nella storia recente della vita e della politica cittadina. Il teatro si trova all’interno di un complesso culturale di rilievo, che comprende anche il museo lapidario, la nuovissima sala del Torcularium e due meravigliose terrazze adatte ad ogni iniziativa, tali da offrire un panorama mozzafiato a cittadini, turisti e visitatori».
Cosa si aspetta la giunta dalla città?
«Naturalmente ci aspettiamo una grandissima risposta dai cittadini di Todi e dalle zone limitrofe; trascorrere una serata in un cinema così bello e confortevole e con una programmazione varia ed aggiornata è certamente il modo migliore per vivere pienamente i momenti di cultura e svago che la nostra città può offrire».
Abbiamo inoltre posto qualche domanda al nuovo gestore, Romolo Abbati, grande esperto del settore e già a capo del cinema Concordia di Marsciano e dello Zenit a Perugia, che hanno dato grande vigore alle zone limitrofe ed a quelle strutture situate in centri in via d’abbandono.
In un mondo di cinema multisala, dove, oltre al semplice film, ci si ritrova in un vero e proprio centro commerciale, qual è secondo lei il vantaggio di queste piccole realtà?
«Una piccola sala cinematografica, situata nel centro cittadino, rappresenta secondo me una condizione ideale per passare una serata condividendo la visione di un film. Chi sceglie di assistere ad una proiezione in una sala di città, avendo la possibilità di reperire una quantità illimitata di titoli nelle varie piattaforme streaming e nelle televisioni a pagamento, è alla ricerca di una dimensione più umana, di una esperienza da condividere anche con persone che non conosce alle quali è però accomunato da una esperienza vissuta. Capita spesso che uscendo dalla sala il pubblico si trattenga per commentare il film appena terminato, per chiedere quale sarà il prossimo titolo in programma o per sollecitarne uno di suo interesse. Tutte cose che nelle multisala non avvengono. La cosiddetta sala di città contiene un elemento di socialità che nelle multisala non è possibile trovare.
Un altro elemento caratterizzante delle piccole sale riguarda la programmazione. Noi piccoli esercenti indipendenti siamo liberi di scegliere quale film proiettare, compatibilmente con le regole imposte dalle distribuzioni che, nell’ultimo periodo, si stanno facendo un po’ meno rigide che in passato. Insomma stiamo cercando di capire quali siano i gusti del pubblico tuderte nel tentativo di coniugarli con la nostra idea di cinema e per ora possiamo dirci abbastanza soddisfatti».
Facendo un bilancio di questi primi mesi, l’impegno e i costi secondo lei stanno venendo ripagati?
«Ancora è presto per dirlo. Abbiamo aperto nel bel mezzo della stagione cinematografica, dopo un lungo periodo di astinenza da parte del pubblico che si era trovato all’improvviso “orfano” della propria sala. In un certo senso c’era molta fame di cinema ed i risultati si sono subito visti. Il nostro impegno è a scadenza avendo per ora un contratto a termine con il Comune di Todi. Dovendo però fare un bilancio di questi due mesi, possiamo dire che la risposta da parte dei cittadini c’è stata, e c’è stata anche una buona partecipazione dei residenti stranieri che puntualmente si presentano alle proiezioni in lingua originale. L’auspicio è che in futuro, potendo ancora noi gestire questo spazio, il pubblico cresca e ci aiuti a fare il “palinsesto” settimanale. In particolare vorremmo coinvolgere maggiormente le scuole del territorio anche con progetti da portare avanti insieme. L’educazione all’immagine è una delle materie che si sta tentando di introdurre nelle scuole attraverso bandi ministeriali a cui si può partecipare con progetti di partenariato fra scuola e sala».
Potrebbe essere il nuovo cinema, nella sua splendida sede, un punto di rilancio per la città di Todi?
«È ormai ampiamente dimostrato che la sala cinematografica tradizionale rappresenta per la città un presidio culturale e un’occasione di socialità. Abbiamo vicino a noi esempi in tal senso. A Perugia, dopo la riapertura del Cinema Zenith, in corso Cavour, sono nati ristoranti e bar attorno ai quali si sono poi sviluppati eventi conviviali che hanno fatto sì che il quartiere “Borgo bello” risulti oggi uno dei più vivibili della città. Un altro esempio, più recente e sotto gli occhi di tutti, lo possiamo trovare sempre a Perugia in via delle Viola, dove nel giro di qualche anno sono state riaperte due sale cinematografiche, il cinema Melies ed il Post Modernissimo. Tutto il quartiere ne ha giovato, subendo una positiva trasformazione in termini di vivibilità e sicurezza. Speriamo che anche Il Nido dell’Aquila possa rappresentare per Todi un elemento di crescita e concorrere insieme alle molteplici realtà presenti, ad assicurare alla città la continuità di una proposta culturale a “portata di mano”.
A questo proposito colgo l’occasione per invitare tutti i giovani di Todi ad utilizzare la Card “schermitutti”, che è già stata consegnata in tutte le classi delle superiori. Registratevi su www.schermitutti.it, da lunedì a venerdì il cinema costa solo 4 euro!»
Non rimane che augurarci che tutti frequentino il più possibile questo luogo meraviglioso, che in poco tempo ha fatto già sognare grandi e piccoli e che è riuscito a colmare un grande vuoto della città.