TODI – Il lato oscuro dei social, dagli insulti alle discriminazioni alle fake news: questo il tema, oggetto di un incontro nell’Aula Magna del Liceo lo scorso 11 febbraio, su cui gli studenti giornalisti in erba di Sottob@nco hanno dibattuto con Matteo Grandi, giornalista professionista molto attivo sui social network. A moderare il tutto due colleghi giornalisti, Isabella Zaffarami, collaboratrice di Piacere Magazine, e la prof.ssa Susi Felceti, collaboratrice de La Nazione.
Nato a Perugia, Matteo Grandi è anche autore televisivo: si ricordano, tra i programmi da lui ideati, “Il labirinto”, “Carpool”, “Karaoke”, “Strafactor” e “Sanremo Giovani”; vive tra Perugia, dove dirige Piacere Magazine, Milano, dove svolge i suoi lavori per la tv, e Bari, la città di sua moglie. Nel 2014 ha pubblicato per Fazi “Arrivo Arrivo- la lunga corsa di Matteo Renzi da Twitter a Palazzo Chigi” e nel 2015 ha firmato con il rapper Fedez lo spettacolo del tour Pop-Hoolista.
Di odio, fake news e bullismo online, soprattutto sui social network, Matteo Grandi parla nel suo libro “Far Web”, edito da Rizzoli nel settembre 2017: «il web è diventato la prima realtà con cui confrontarci – ha detto- ma troppo spesso si pensa che ciò che si compie o si dice nel mondo virtuale non abbia ricadute nel mondo reale, e le persone pensano di poter dire tutto, spesso mancando di lucidità e di senso critico. Ero positivo riguardo l’avvento dei social, ma, col passare del tempo, il mio ottimismo si è affievolito: oggi sono più consapevole dei suoi rischi», dichiara il giornalista, da sempre un attento osservatore delle dinamiche della rete.
Matteo Grandi, nell’indagare anche con noi il fenomeno dell’inquinamento della rete in tutte le sue manifestazioni, dal cyberbullismo al revenge porn all’ hate speech, si è soffermato sui casi di Selvaggia Lucarelli e di Laura Boldrini, entrambe aggredite dalla comunità virtuale: la prima vittima di insulti, la seconda al centro di calunnie, prodotte tramite la diffusione di notizie false. Ha poi ricordato, a tal proposito, come la condivisione sul proprio profilo Facebook di fake news possa alimentare l’odio e i pregiudizi nei confronti altrui e, invece, fare gli interessi di chi, quelle notizie, le crea per interessi economici: «prima di condividere qualsiasi notizia, dobbiamo informarci, verificare e pensare criticamente, e, quindi, con la propria testa, se sia opportuno o meno diffonderla», raccomanda il giornalista. «Il numero dei fruitori di social network cresce sempre di più e gestire i social sarà sempre più difficile. Bisogna istruire le persone ad avere senso critico e insegnargli ad argomentare, non ad aggredire ed offendere. Troppo spesso chi ha un’opinione diversa dalla nostra viene additato come un nemico: in questo senso, nel saper discutere in maniera civile, giocano un ruolo fondamentale il latino e il greco, che sono delle vere e proprie palestre di pensiero».
Un piacevole colloquio quello con Matteo Grandi, ricco di esempi tratti dalla cronaca recente, che ci ha fatto sì prendere consapevolezza di come le “piazze” si siano trasformate in “arene”, luoghi in cui scaricare rabbia e frustrazione senza sensi di colpa, in cui attaccare ferocemente personaggi più o meno noti con la sola colpa, magari, di avere opinioni diverse, ma anche di come ognuno di noi può dare il suo contributo. Arginare questo fenomeno dell’odio in rete è possibile: ognuno di noi può comunque difendersi efficacemente attraverso l’espediente definito “dont’feed the trolls”, che consiste nell’ignorare chi ci provoca o ci molesta sui social.