TODI- Sono ormai settimane che viviamo la quarantena e anche se può sembrare una situazione in discesa, molte regioni soffrono ancora molte morti, vivendo ogni giorno con la speranza che il successivo sia migliore del precedente.
La città ha affrontato disagi e paura con grande unità e, si sa, l’unione fa la forza. L’osservanza, rigida, delle restrizioni imposte dal Governo, il lavoro della Protezione Civile e del Coc (Centro oeprativo comunale), ma anche di tanti volontari, associazioni e privati cittadini hanno fatto sì che in città ci siano stati soltanto cinque contagi, azzerati già a Pasqua. Un mezzo miracolo che fa della città governata dal sindaco Antonino Ruggiano quella tra le grandi realtà dell’Umbria solo sfiorata dal Covid- 19.
Come ha reagito la città all’emergenza sanitaria e alle restrizioni imposte dal D.P.C.M ?
Direi ottimamente, in un connubio riuscito tra Pubblica Amministrazione, macchina operativa e resto del corpo sociale. Onestamente la città ha dato grande prova di capacità, buon senso, operatività e correttezza di comportamento. Tutto merito della grande coscienza sociale diffusa nella popolazione. Qualche sparuto singolo con comportamenti poco corretti non inficia una grande risposta della città.
Todi è tra i Comuni umbri con la percentuale più bassa in termini di contagio. Com’è riuscito il comune di Todi ad arginare il virus?
È bene che si sappia che ad oggi, 31 marzo 2020, non abbiamo ancora arginato alcunché. Stiamo andando bene, con pochi, pochissimi contagiati, ma non possiamo permetterci il lusso di dire che il problema sia finito e abbassare la guardia. Generalmente, in ogni caso, siamo molto ben preparati all’emergenza, avendo lavorato duramente nel mettere a punto una sistema di protezione civile tra i migliori d’Italia. Oltre 80 volontari, mezzi di ogni tipo, dalla cucine da campo alle unità operative mobili, camion, gru, fuoristrada, quad, mezzi anfibi, reparto sommozzatori e unità cinofile. La Rosa dell’Umbria è il nostro orgoglio. Siamo riusciti a produrre Dispositivi di Protezione Individuale in proprio, come mascherine e calzari e a supportare le esigenze del nostro ospedale. A ciò va aggiunta la forza di avere tutte le forze dell’ordine sul nostro territorio: Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Stradale, Vigili del Fuoco e Polizia Locale compongono un sistema efficientissimo. E ancora la Croce Rossa e l’intera popolazione di Todi, che ha collaborato nell’arginare i problemi.
La città è stata una delle prime a far fronte all’emergenza con l’attivazione del C.O.C. (Centro operativo comunale). Può spiegarci di cosa si tratta, quali sono stati (e/o sono) i suoi ambiti di intervento e quando si è creato a Todi un gruppo di Protezione Civile qual è quello che gestisce il C.O.C.?
Il COC è il Centro operativo comunale, responsabile delle attività a livello comunale-locale, il cui massimo punto di riferimento è il sindaco. Si occupa della gestione delle emergenze, allorquando viene attivato, ed è composto da dipendenti della Polizia Municipale, dei Servizi Sociali del Comune, del Servizio Tecnico e delle strutture della Protezione Civile. In condizioni di emergenza arriva a gestire tutta la attività pubblica di competenza del Comune. Noi abbiamo la fortuna di aver creato, insieme al Responsabile Claudio Serrani, una struttura incredibile, come spiegato sopra.
Quali sono (o sono stati) i servizi ulteriori che mette a disposizione il Comune di Todi per i cittadini che, in questi giorni così bui, hanno difficoltà economiche?
Abbiamo cercato di mettere in campo una serie di strumenti, partendo da una grande operazione di taglio delle tasse ed imposte comunali. Intanto abbiamo cancellato il pagamento delle rette degli asili. Poi abbiamo annullato tutti i canoni di locazione dei locali di proprietà del Comune. Ancora abbiamo cancellato il pagamento della TOSAP, tassa di occupazione del suolo pubblico, per tutto l’anno 2020. E, inoltre, abbiamo cancellato anche il pagamento della imposta di pubblicità per tutto il 2020. Infine stiamo lavorando sulla riduzione della TARI, che credo arriverà ad essere intorno al 20 %.
“Mauro Castrichini e Maria Rita Confezioni, i tuderti che hanno donato per primi mascherine in Regione e fuori regione.”
L’ospedale di Pantalla è stato riconvertito, dal 16 marzo scorso, in “Centro Covid-19″. Quali sono le motivazioni che hanno indotto i sindaci di tutti i Comuni della Media Valle del Tevere ad aderire alla proposta della Giunta Regionale?
La decisione è stata assunta dalla Regione che è competente in materia di sanità, in quanto la Media Valle del Tevere aveva l’Ospedale più nuovo (e quindi più facile da convertire) e più baricentrico nella regione. Noi sindaci del territorio, più che assumere la decisione, abbiamo condiviso le scelte della Regione, sul presupposto che, in effetti, il nostro Ospedale era il più adatto. Dire di no per puro spirito campanilistico avrebbe significato negare la possibilità di cura e di salvezza a tanti malati che confidavano in noi e nelle nostre strutture. Sarebbe stato da vigliacchi ed ingrati. A ciò si deve aggiungere che siamo stati fortunati avendo una struttura destinata al COVID-19. I nostri medici ed i nostri operatori della sanità erano stati formati e pronti per l’emergenza.
Con la riconversione dell’ospedale non sono in attività le consuete unità operative; pochi giorni dopo è stato chiuso anche il reparto di Pronto soccorso. Non crede che ciò provochi e/o abbia provocato grossi disagi al cittadino, che si sommano alla preoccupazione per il virus?
In realtà no, perché contestualmente alla chiusura del Pronto Soccorso di Pantalla è stato potenziato il servizio di 118 a Todi ed a Marsciano, con la presenza di medici ed autisti nell’arco di tutta la giornata. Ad oggi, se vi sono piccoli problemi, possono essere risolti in loco. Al contrario, se il problema è grave, c’è la possibilità di essere trasportati a Perugia o Terni in pochissimo tempo, grazie al potenziamento dei servizi. E in ogni caso è molto più sicuro andare in un ospedale diverso che in quello di Pantalla destinato alla cura del virus. La situazione promiscua, quella sì, avrebbe comportato dei rischi per i pazienti.
Comuni tutti, associazioni e privati cittadini, si sono mobilitati per una raccolta fondi destinata all’acquisto di respiratori polmonari per l’ospedale di Pantalla… Cosa può dirci in proposito?
Èil grande cuore della nostra città. Una raccolta di fondi che ha raggiunto, ad oggi, i 130.000 euro e che sarà destinata ai bisogni del nostro ospedale. Stiamo lavorando con i primari responsabili dei reparti per capire quali siano le loro esigenze per l’emergenza e soprattutto per il futuro.
Come si è organizzato il Comune di Todi per le strutture protette quali, ad esempio, l’istituto Veralli Cortesi?
La Veralli Cortesi è gestita direttamente da una cooperativa con personale proprio e sfugge al controllo diretto del Sindaco e del Comune. Tuttavia, poiché è il sindaco a nominare il Consiglio di amministrazione dell’ente, è chiaro che egli ne sia in qualche modo responsabile. Posso assicurare che hanno usato tutte le precauzioni e gli accorgimenti necessari per la tutela dei ricoverati, innanzitutto isolando la casa di riposo dalle visite esterne. Al momento, siamo sicuri.
Il ministro Gualtieri ha anticipato l’erogazione di 4,3 miliardi di risorse del fondo di solidarietà ai comuni aggiungendo 400 milioni da distribuire secondo misure proporzionali. Le sembra che nell’immediato sia una misura adeguata?
Le somme erogate pari a 400 milioni appaiono appena sufficienti per la prima emergenza. Le utilizzeremo in tal senso, distribuendo alle persone bisognose, secondo criteri di uguaglianza stabiliti dal Governo. Per il resto, i fondi erano già in bilancio, quindi, di fatto, a poco servono. Ma in questa fase non è il caso di fare polemica o lamentarsi. Anzi. Dobbiamo essere tutti uniti, a fianco del Presidente del Consiglio, per superare l’emergenza.
Superata l’emergenza sanitaria, come pensa di rilanciare l’economia di una città che stava già attraversando una situazione di difficoltà economica?
Si tratterà di ricominciare. Non ho paura. Penso che ce la faremo. Questa è la grande sfida che si attende, difficile, pesante, impegnativa, ma di certo non più di quello che hanno vissuto i nostri nonni e bisnonni. Non usciamo da una guerra. Non abbiamo sofferto così tanto. Si tratterà di impegnarsi facendo di Todi un posto sempre più bello, dove poter vivere, lavorare e crescere tutti insieme.
Oggi Todi è tra le poche città in Italia con zero contagi ed è stata presa anche come un modello di organizzazione e capacità nell’affrontare questa situazione. Tutto ciò grazie al lavoro di mille eroi , che ogni giorno rischiano la propria vita per quella degli altri, ponendosi perciò per primi di fronte a questo virus, infinitamente grande ma allo stesso tempo infinitamente piccolo.