TODI- 25 gennaio 2020. Nel pieno dell’anno dedicato al cinquantesimo compleanno dell’indirizzo Scientifico continuano le grandi attività, gli eventi e gli incontri. Seguendo il detto “Se la montagna non va a Maometto, allora Maometto va alla montagna”, questa volta non è stato un ospite a giungere nel nostro Liceo ma è stato il nostro Liceo ad essere ospitato a casa di un Ex-Allievo d’eccezione.
Roberto Bernardi, classe 1974, artista e pittore di origini tuderti, esponente del movimento fotorealista, ha aperto, infatti, ad oltre 30 persone tra studenti, ex allievi del Liceo e curiosi, le porte della sua splendida residenza nelle campagne di Asproli. Nella sua casa di puro stile modernista, pienamente immersa nella natura e nel paesaggio circostante, ha mostrato il suo lavoro e le sue opere. Bernardi, oltre ad essere stato allievo del Liceo Scientifico, è uno dei più importanti pittori iperrealisti viventi, insieme alla moglie Raphaella Spence esegue opere seguendo questo stile pittorico complessissimo. Nel corso della sua vita ha esposto e lavorato per Gallerie di tutto il mondo, soprattutto New York.
Molte sono state le domande poste a Roberto Bernardi dai suoi ospiti ed egli ha spiegato, accompagnandoli nel suo studio, come nasce un suo dipinto.
Tutto parte da una tela bianca cosparsa da un sottilissimo strato di gesso, si procede poi dal fondale e si dipinge con velature, una tecnica molto usata nel Rinascimento. In totale la coppia Bernardi- Spence riesce a produrre circa 20 quadri ogni anno. Le opere periodicamente esposte in gallerie di fama mondiale vengono vendute a collezionisti che le ammirano molto. La formidabile tecnica e la pazienza di questa pittura non immediata ma riflessiva spiazzano e spaziano nell’animo provocando molteplici sensazioni, prima tra tutte l’incredulità.
Bernardi ci racconta, poi, come sia nato tutto, da qualche semplice chiaroscuro eseguito in classe al Liceo copiando qualche foto di qualche statua. Proprio da simili tecniche si è passati prima al fotorealismo che nasce con la pop art e poi all’Iperrealismo che si sviluppa con essa. La base di ogni quadro iperrealista, infatti, è una fotografia che viene copiata ed analizzata. Come spiega poi l’artista, l’iperrealismo non è semplicemente copiare una fotografia riportandola su tela ma andare oltre la fotografia stessa, comprenderla in ogni suo particolare e nel suo insieme, stupire con i dettagli.
L’interesse dell’artista per l’iperrealismo deriva, infatti, dal mondo in cui viviamo, la gente davanti a tutto è addormentata, guarda ma non osserva e, tentando di andare oltre la semplice raffigurazione pittorica, si vuole destare lo spettatore stupendolo, riportando da un lato la realtà come appare ed andando oltre essa con la forza di colori vividi e brillanti che una semplice fotografia non potrebbe avere, così come quella leggera tridimensionalità che la tela e le abili mani dell’artista riescono a dare meglio di una fotografia. Inoltre il quadro è frutto diretto dell’artista che, filtrando il mondo attraverso i suoi occhi e non un obbiettivo, riesce a lasciare una parte di sé nell’opera, personalizzandola e rendendola unica.
L’iperrealismo è quindi un grido di ribellione contro la modernità dove si denuncia la fotografia, poiché inflazionata, come legame singolo delle azioni ma priva delle attenzioni che ogni arte merita. Non è quindi il semplice copiare una foto, ma lo scomporla, l’analizzarla e il ricrearla generando una visione esteriore dell’opera che viene interiorizzata dal soggetto, portandolo a un livello maggiore di attenzioni e soggezioni e smuovendo dagli occhi il candido velo delle distrazioni moderne.
L’iperrealismo è un grido a prestare più attenzione a ciò che ci circonda ed è un inno a riprenderci il nostro tempo.