TODI – Garantire il benessere ai propri cittadini, lotta alla povertà e all’esclusione sociale sono lo scopo principale delle politiche sociali del Comune di Todi attraverso azioni di intervento diretto, informazione e sussidiarietà. Molti sono i servizi e molte le eventuali soluzioni ai problemi che presenta la società odierna, in un quadro sempre più complesso che anche nella nostra piccola realtà vede aumentare le famiglie povere, italiane e straniere, in condizioni di forte vulnerabilità. All’assessora alle politiche sociali Catia Massetti abbiamo chiesto di presentare i progetti in corso o in fase di progettazione che sta attuando l’amministrazione comunale. «Cerchiamo di dare risposte mirate, caso per caso- premette- ma non agiamo da soli. Le riforme susseguitesi nel corso degli anni hanno rivoluzionato il concetto di welfare e diversi sono i soggetti (associazioni e istituzioni) che integrano l’azione del Comune. Comune che fa parte, inoltre, di quell’Ambito sociale n. 4 cui appartengono tutti i Comuni della Media Valle del Tevere. Ormai si ragiona in termini di area vasta». Integrazione territoriale per garantire diversi livelli di risposta e maggiore efficacia è la parola d’ordine: i soggetti della rete dei servizi si finanziano, oltre che con fondi comunali, con il fondo sociale regionale, con il Fondo nazionale per il contrasto della povertà e con i fondi sociali europei. «In questi anni abbiamo emanato bandi – spiega l’assessora – che si rivolgevano a fasce di reddito basse, con ISEE (indicatore della situazione economica equivalente del nucleo familiare) 0-4.500, e tra questi alcuni erano decisamente innovativi perché tesi a garantire l’assistenza domiciliare “leggera”, attraverso la figura del badante di condominio, o ad assicurare tirocini e borse lavoro agli adulti over 50 per facilitare il loro reinserimento nel mondo del lavoro». La prima misura, sperimentata nei paesi del Nord Italia, è partita prima nel Comune di Todi e poi in altri della stessa Zona sociale e prevede un contributo sotto forma di voucher per un operatore che a domicilio presti attività di cura e di aiuto, assistenza a persone anziane per il disbrigo di pratiche burocratiche, spesa alimentare, accompagnamenti vari e in genere attività volte al mantenimento dell’anziano nel proprio contesto familiare, l’assistenza nei giorni di riposo o assenza delle badanti personali, il monitoraggio dei bisogni sociali degli anziani. «Si tratta di un servizio di prossimità innovativo – spiega Catia Massetti – che va ad integrare le attività già poste in essere dalle amministrazioni comunali, coinvolgendo un numero ampio di soggetti e rafforzando i rapporti di vicinato orientati al sostegno sociale e all’aiuto, offrendo anche opportunità lavorative». I cittadini che abbiano i requisiti necessari, poi, possono fare richiesta per ottenere il Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA), la nuova misura attiva di contrasto alla povertà prevista dal Governo con l’ultima Legge di stabilità, che prevede un sussidio economico alle famiglie economicamente svantaggiate in cui siano presenti minorenni, figli disabili o donne in attesa. A Todi, in un anno, si assistono più o meno 500 nuclei familiari. Il Comune offre differenti tipi di assistenza: integrazione delle rette, assistenza a persone anziane, sostegno scolastico, riduzione delle bollette, accompagnamento al lavoro. Si offrono aiuti anche ai disabili: assistenza domiciliare, integrazione per le rette e invio di offerte di lavoro che riguardano disabili adulti ma anche disoccupati di lunga durata, ex detenuti e ultracinquantenni. In città alcuni autistici lavorano come segretari o all’Istituto tecnico agrario “A. Ciuffelli” in campo agricolo.
Di seguito alcuni dei servizi:
– Centro di documentazione sulla disabilità: in collaborazione con il centro per l’autonomia di Terni, raccoglie le buone pratiche educative di famiglie ed educatori. Nell’ambito del centro svolgono la loro attività gli operatori che elaborano progetti di vita indipendente per persone con disabilità per garantire percorsi di autonomia limitando gli impedimenti che derivano dalle disabilità.
– Assistenza residenziale all’Istituto “Veralli Cortesi”: possono accedere anziani non autosufficienti fisicamente o economicamente. Se l’anziano è solo e non ha reddito, il Comune integra la retta per la parte sociale. L’Istituto “Veralli Cortesi” nasce nel 1917 e tuttora garantisce un servizio completo agli anziani non autosufficienti di Todi. Può contare anch’esso sull’apporto delle associazioni di volontariato, come la Croce Rossa, la Caritas, le Vincenziane e molte altre.
– Sportello di Ascolto per il disagio sociale presso la sede della Croce Rossa, in località Crocefisso. Anche l’Etab “La Consolazione” opera per aiutare le famiglie in difficoltà economiche. C’è anche l’istituzione di derivazione religiosa “Artigianelli-Crispolti”, che fin dall’800 forniva una casa agli orfani o ai poveri dove imparare un mestiere e che ora, invece, si occupa di accoglienza ai rifugiati.
– Affido familiare, che garantisce assistenza, attraverso famiglie affidatarie, a quei minori che per motivi molto gravi non possono vivere in casa con i propri genitori.
– Asilo nido: a Todi 60 bambini tra i 3 e i 12 mesi frequentano gli asili nido del Broglino e di Santa Maria. La nostra città offre anche il nido familiare, che può essere ospitato in una casa privata dotata di un determinato spazio, personale e sicurezza, e dove possono andare bambini tra i 3 e i 36 mesi.
– Mensa e trasporti scolastici per scuola materna e scuola primaria.
– Accoglienza alle vittime di Tratta, che è una nuova forma di schiavitù. Donne che vengono in Italia pensando di lavorare poi obbligate a fare le prostitute, persone costrette a lavorare in condizioni disumane e accattonaggio sono esempi di Tratta. Già da tempo il compianto vescovo Decio Lucio Grandoni promosse l’iniziativa di parlare e contattare le prostitute sul tratto Orvieto-Todi. Sulla scorta di quelle esperienze, l’amministrazione comunale ha aderito recentemente al progetto “Free Life” attraverso cui la Regione dell’Umbria attuerà il primo Piano d’azione nazionale contro la tratta e lo sfruttamento degli esseri umani. Obiettivo del piano è stabilire strategie di intervento per la prevenzione, il contrasto e la repressione del fenomeno della tratta e dello sfruttamento degli esseri umani, oltre a garantire accoglienza di primo e secondo livello (quindi alloggio, opportunità di lavoro e la possibilità di crearsi una vita indipendente). Il finanziamento nazionale ottenuto è di circa 606.000 euro, il cofinanziamento regionale è di circa 104.000 euro e, di questi, 5.000 euro sono a carico del Comune di Todi che, insieme ad altri sei Comuni umbri (Perugia, Spoleto, Orvieto, Assisi, Città di Castello e Narni), partecipa al cofinanziamento.
– Numero verde per la dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. In Umbria è stato attivato un numero verde cui ci si può rivolgere quando si vuole segnalare che un familiare è affetto da questo disturbo. A Todi, inoltre, si vorrebbero mettere a disposizione strumenti che consentano di far sapere alle famiglie che esistono cose di questo genere, cioè cercare di sensibilizzare sul rischio connesso a quelli che inizialmente sembrano solo giochi innocui.
Ma ciò che alla nostra assessora preme di più sono le politiche per le Pari Opportunità. In Comune si sono adottate alcune misure che hanno adeguato lo statuto alle norme antidiscriminatorie: la prossima giunta, per esempio, dovrà contare almeno il 40% di donne. «La parità dei sessi – afferma Massetti – si ha riconoscendo le differenze che li contraddistinguono. Mettere in luce le differenze significa considerarle una risorsa da valorizzare, non un motivo per discriminare. Anche per questo è importante che io sia chiamata assessora e non assessore: per riconoscere le differenze bisogna nominarle». Anche quest’anno la città ha ospitato varie iniziative per dare il suo contributo alla lotta contro la violenza di genere – un’installazione di scarpe rosse in Piazza del Popolo e uno spettacolo di danza e letture al Cinema Jacopone – e per sensibilizzare e informare i cittadini sui servizi della rete antiviolenza umbra in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, istituita nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si celebra il tutto il mondo il 25 novembre. A Todi da marzo 2015 è in funzione uno dei punti di ascolto della rete (075.8956731): due operatrici dei servizi, specificamente formate, attivano il contatto con il Telefono Donna del Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria per avviare la fase di sostegno psicologico e legale per uscire dalla spirale della violenza. Ma il problema è che non tutte le situazioni vengono denunciate. Per questo nel pronto soccorso c’è il codice rosa, che cerca di indagare se la donna presenta segni sulla pelle probabilmente provocati da un uomo violento. A Todi si sono riscontrati due casi di questo genere.
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