AMICA FILOSOFIA

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Uno degli incontri del “Caffè filosofico” nell’Aula Magna del Liceo “Jacopone da Todi”

TODI – È ripartito  il “Caffè filosofico” del Liceo “Jacopone da Todi”. È da ormai otto anni che, su iniziativa del dirigente scolastico Sergio Guarente e del docente di filosofia Marco Bastianelli, gli studenti si ritrovano per discutere di tematiche che hanno un grande impatto esistenziale: si spazia da discussioni intense su “Amore e desiderio” o sul senso dell’identità a quelle sull’amicizia e sul mondo delle nuove tecnologie, fino a dibattiti su diritti, doveri e giustizia.

L’idea è semplice: ci si riunisce in modo non troppo formale e si discute, tutti con tutti, in modo circolare. Certo, c’è sempre il pericolo che si cada nelle “chiacchiere da bar” e, per evitarlo, occorre un moderatore che introduca il tema, di solito in pochi minuti, e che aiuti a sviluppare le diverse problematiche, tenendo le fila della discussione. Le uniche regole sono queste: rispettare il proprio turno e argomentare ciò che si afferma, utilizzando anche citazioni, che però dovrebbero essere sempre inserite in un discorso personale e argomentativo, e mai usate per intimorire i partner della discussione. Alla fine, di solito, si esce con meno certezze e qualche domanda in più: e il caffè finisce solo quando è terminato il tempo a disposizione, che è di un’ora e mezzo.

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Uno dei dibattiti del “Caffè filosofico”

All’inizio gli incontri si tenevano nella centrale Piazza del Popolo, nei locali del Circolo Tuderte, ma poi, vista l’alta affluenza, si sono trasferiti nell’Aula Magna del Liceo. Una straordinaria peculiarità del “Caffè filosofico” è il coinvolgimento di alunni delle superiori insieme ad alunni dell’ultimo anno della scuola media, e molto spesso questi ultimi danno del filo da torcere ai più grandi! Questo dimostra che tutti possiamo ragionare con la nostra testa: i ragazzi della scuola secondaria di primo grado, che normalmente non studiano filosofia a scuola, hanno spesso un senso della domanda più genuino, in quanto non ancora viziato da posizioni preconcette o da citazioni di questo o di quell’autore. A questo panorama, già di per sé degno di nota, si aggiunga inoltre che, dall’anno scorso, è stato attivato anche un laboratorio di filosofia con la scuola primaria, dal titolo “Pensiamoci tutti!”.

Quest’anno il progetto compie otto anni, ma la formula del “Caffè filosofico” ha un’origine ben più antica: il termine fa venire in mente il 1700, quando gli intellettuali francesi si riunivano nei salotti e nei café per confrontarsi su temi di varia natura, spesso legati agli ideali o agli eventi del loro tempo. A far rifiorire questa tradizione è stato, nel 1992, il filosofo francese Marc Sautet e, sulla sua scia, negli ultimi anni si è tornati a riflettere sul ruolo delle cosiddette pratiche filosofiche.

Uno degli incontri del "Caffè filosofico"
Uno degli incontri del “Caffè filosofico”

«Fare filosofia è una pratica di pensiero oltre che uno studio specialistico – afferma Marco Bastianelli – è esercizio della ragione e del dialogo, anche metodo specifico del processo educativo. Il “Caffè filosofico” è dunque una palestra, un luogo culturale per esercitare il pensiero, per far nascere quella domanda che, come diceva Socrate, è il motore della ricerca del sapere. In questo senso, il “Caffè filosofico” è un metodo, che si accompagna e si integra con un lavoro più preciso, che si fa a scuola o all’università, nell’ottica di una formazione aperta e critica». E alla domanda “Qual è l’importanza della filosofia?” risponde: «Attribuisco alla filosofia un grande valore formativo. Non solo perché ho dedicato a questa disciplina la mia vita, i miei studi e le mie ricerche, ma anche perché ho il privilegio di insegnarla e ogni giorno di più mi rendo conto di quanto sia importante abituarsi a pensare, a porre domande, a cercare connessioni tra fenomeni e ambiti diversi. Il mondo è sempre più complesso e quel che serve non sono più soltanto i pezzi di carta, ma le teste ben fatte. Non è solo una questione di competenze tecniche, che di certo sono fondamentali: al centro ci siamo sempre noi, uomini e donne con tutte le nostre fragilità e richieste di senso dinanzi ai problemi che, da sempre, la vita ci pone. E sarebbe riduttivo limitare la nostra esistenza a sbrigare compiti e inseguire desideri. Il “Caffè filosofico” è solo uno dei modi possibili per costruire uno spazio di riflessione. Ho visto però, nel corso degli anni, che è un metodo particolarmente proficuo per dare voce ai giovani, per ascoltare le loro opinioni e consentire loro di dialogare entro i binari dell’argomentazione rispettosa e pacata. Oggi, mi pare, c’è bisogno anche di questo, perché sembra che caffe3spesso prevalga soltanto chi parla con voce più strillata, chi pubblicizza meglio le proprie trovate o chi dispone dei mezzi per darsi voce da sé. La filosofia è ricerca, esercizio della ragione, ma anche pratica del dialogo, che è la forma originaria e più propria del pensare, nonché elemento fondante di comunità organiche e pacifiche». Oltre all’incontro svoltosi il 1° dicembre, sono cinque gli incontri previsti per quest’anno: “Donare e perdonare” (15 dicembre), “Amicizia, amore e desiderio” (14 febbraio), “La cura dell’ambiente” (11 marzo), “Che cos’è la libertà?” (11 aprile).

 

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