TODI – Il giorno 2 dicembre 2016 si è tenuto il primo degli incontri promossi da Sottob@nco con esperti e giornalisti che ha visto protagonisti Giulio Giorello, uno dei più accreditati ed eminenti filosofi ed epistemologi italiani, e la scrittrice Roberta Pelachin, autrice del libro Passioni inquiete o dell’amore, di cui Giorello ha curato la prefazione (qui è possibile consultare il video dell’incontro).
La stessa Roberta Pelachin così ricorda, scrivendo alla redazione di Sottob@nco, quella giornata:
«Ricordo con grande piacere il mio incontro a Todi in quella bella mattinata di dicembre. La Sala Comunale era una presenza suggestiva, imponente eppure, riusciva a raccogliere gli astanti come se volesse abbracciarli. La Sala era piena di un chiacchiericcio allegro. Giovane e contagioso.
Poi, è iniziata la presentazione del mio libro: Passioni inquiete o dell’Amore. Il professor Giulio Giorello, che aveva curato la Prefazione, mi ha accompagnato in questo viaggio intenso e frammentato intorno alle passioni d’amore, raccontando del mito e della ragione.
Le passioni sono una tavolozza di colori. Passioni “vere”, colorate di rosso, che desiderano l’incontro gioioso con l’altro (in forma di passione amorosa o d’amicizia o di amore filiale), oppure passioni “sole”, gialle di gelosia o verdi d’invidia, autocentrate e narcisiste.
Durante la lettura alcuni studenti mi hanno accompagnato con la musica. L’intreccio della poesia e della melodia che gli strumenti, le mani, il sentire dei ragazzi realizzavano, è stato per me molto intenso e coinvolgente.
Grazie a tutti: a chi era presente e a chi ha organizzato. Complimenti per il vostro giornale online! L’impressione che ne ho avuto è di essere attento ai fatti che accadono, ma al contempo ironico e divertente.
Concludo con le parole di un grande poeta: Ezra Pound. Scrisse: «Amo, dunque sono». Parole splendide e dense. Solo se amo, esisto. Perché solo se mi apro al mondo, il mondo si apre a me.
Un abbraccio».
Passioni inquiete o dell’Amore – quattro lunghe liriche che si identificano ognuna sotto il segno di una stagione – è una raccolta di espressioni e dialoghi che impreziosiscono i sentimenti provati dagli individui, facendo riferimento a personaggi storici e mitologici, dolci ed appassionanti, sempre prepotentemente attuali. Possiamo averne un esempio nell’ardore romantico della figura di Cleopatra, figura femminile potente che evoca il coraggio, la femminilità, lo spirito di resistenza, icona di un mondo – l’Egitto – che non vuol essere sconfitto e resiste con tutti i mezzi possibili.
L’amore è una passione, ma Roberta Pelachin parla di “passioni”, al plurale, perché essendo un sentimento “dinamico” ha varie sfumature, tende a variare il suo colore a seconda che la passione provata sia più o meno vera, più o meno intensa. «Ci sono passioni vere perché si aprono all’altro – ha affermato – e sole, autocentrate, dove l’altro è possesso o immaginazione astratta». Una dinamicità che può spaventare, in quanto l’uomo è sia un essere razionale sia irrazionale, che perde la propria razionalità di fronte alle complessità delle emozioni. Ma bisogna anche ricordare che non dobbiamo permettere a questi sentimenti di trascinarci; “amo dunque sono”, scrive l’autrice all’inizio di Autunno citando Ezra Pound: nell’affermazione dell’essere c’è la forza dell’Amore e il desiderio in qualche modo di sfuggire alla morte e di appagare la propria sete di immortalità.
A parlare delle passioni da un punto di vista filosofico, invece, è stato Giulio Giorello: «Le passioni – ha detto – sono la rappresentazione del modo migliore di vivere e allo stesso tempo sono ciò che dà colore alla ragione, all’esperienza, e che è necessario riuscire a controllare».
A mio parere, questa è un’opera estasiante, capace di esprimere nel dettaglio un argomento così astratto quale l’amore e le passioni, descrivendole in modo dettagliato non solo con la mente, ma soprattutto con il cuore.
Fondamentale è stato l’accompagnamento musicale di alcuni studenti del Liceo (David Gelosi, Anna Mattioli, Federica Meconi, Federico Ombelli, Federica Piacenti, Lucia Salvati, Vittorio Scanu e Chiara Tordo Caprioli), membri dell’Orchestra della Scuola Media “Cocchi-Aosta” e del Liceo “Jacopone da Todi”, i quali con la loro bravura sono riusciti a trasformare un semplice, quanto interessante, incontro in una vera e propria opera artistica.
I ragazzi sono stati, infatti, la dimostrazione più evidente di quanto le emozioni siano presenti nella nostra vita, poiché sono riusciti a dare il dono della parola ai loro strumenti che hanno rappresentato i sentimenti attraverso le note.
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