TODI – A distanza di quasi un anno dalla chiusura del cinema “Jacopone”, l’unico presente in città, la nebbia vela ancora le certezze di una sua possibile riapertura: sul tavolo del Seminario Vescovile, proprietario della Sala Jacopone, e dell’amministrazione comunale, parte attiva in una probabile e futura riapertura del cinema, sono giunte alcune proposte e, rincorrendosi le voci più disparate, abbiamo tentato di diradare un po’ questa cortina che ammanta il tutto, ponendo qualche domanda al sindaco Antonino Ruggiano e a Manfredo Retti, ex gestore del cinema “Jacopone”. Sul futuro e sul passato, in sostanza, dello storico cinema cittadino. Screzi con la diocesi a parte.
Alle nostre domande sulla riapertura di un cinema a Todi il sindaco ci ha risposto in questo modo: «L’amministrazione non ha ancora certezze su dove, come e quando intervenire per ridare un cinema alla città; come sappiamo i piccoli cinema stanno scomparendo, soppiantati dalle multisale dei grandi centri urbani. Il problema principale è il luogo, la sala “Jacopone” ha bisogno di importanti interventi come gli adeguamenti per i disabili e il teatro per la gestione e l’adeguamento a cinema avrebbe costi troppo elevati. L’unico luogo idoneo sarebbe il teatro del Nido dell’ Aquila, nel complesso delle Lucrezie, non completamente ideale per via dello spazio ridotto e delle travature di rinforzo posizionate sulla volta a botte dopo i lavori di consolidamento del colle.
Alla giunta è arrivata anche un’ ipotesi interessante: un imprenditore ha proposto l’apertura di una piccola multisala a Ponterio, visto che tra Terni e Perugia non ne esiste una; oltre a questa persona, altri si sono offerti come gestori della nuova sala, tra questi il gestore del cinema Concordia di Marsciano, gli organizzatori del progetto estivo itinerante “Cinema d’Essai”, che allestisce proiezioni in giro per le frazioni tudertine, o l’ associazione culturale “Jacopone”, che ringrazio per il lavoro svolto in questi trent’anni. Tra poche settimane finiranno i lavori alle scuole elementari Santa Prassede ed ex scuole medie Aosta, che interessano tutto il complesso del Nido dell’Aquila, ed a quel punto il comune metterà a disposizione per gli interessati il sito, auspicando una gestione serena e piena di collaborazioni».
Molto più antica la storia del cinema, ricostruita grazie alla testimonianza di Manfredo Retti: essa inizia ufficialmente il 14 aprile 1916, anche se già nel decennio precedente si erano fatte sperimentazioni di proiezione: in quella data nasce, infatti, il cinema Jacopone, gestito dai rappresentanti del partito popolare. Nel 1921, con l’apertura della sala dell’Accademia dei Convivanti (teatro del Nido dell’Aquila), la città arriva ad avere due sale ben funzionanti e ciò si mantiene fino al 1928, quando il Dopolavoro subentra ai Convivanti che vengono cacciati e viene imposta la chiusura del cinema Jacopone. La situazione rimane tale fino al 1947 quando avviene la trasformazione del Cinema Dopolavoro in Cinema Cral (Circolo Ricreativo Assistenza Lavoratori): nello stesso anno, il 25 dicembre, viene inaugurato il nuovo Cinema-Teatro Comunale, restaurato dal marchese Tedaldi a sue spese, e allo stesso tempo, entro l’anno successivo, diviene operativa anche la sala parrocchiale di San Nicolò. Todi mantiene tre cinema fino al 6 gennaio 1957 quando, dopo la proiezione del film dal titolo emblematico “Sulle ali del sogno”, il Cral chiude i battenti, mentre il Cinema-Teatro Comunale rimane aperto con periodi di chiusura non brevi (la mancanza di un teatro e di un cinema in due luoghi separati è probabilmente tra le cause che portarono Gian Carlo Menotti alla scelta di Spoleto, e non Todi, per il Festival dei Due Mondi). Mentre il Comunale diventa sempre più cinema anziché teatro, nel ’66, su iniziativa del vescovo Antonio Fustella, riapre la sala Jacopone, divenuto cinema parrocchiale con una programmazione normale.
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