TODI – Nella mattinata di sabato 18 marzo Roberto Conticelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e caporedattore de La Nazione Umbria, ha incontrato i redattori di Sottob@nco e due classi quinte dell’indirizzo linguistico e scientifico (V BL e V BS) che si apprestano ad avere nella traccia B dell’Esame di Stato la possibilità di produrre un articolo di giornale.
Galleria fotografica a cura di Valentina Gubbiotti.
Le classi in questione sono state selezionate tra le numerose scuole dell’Umbria nell’ambito di un protocollo d’intesa stipulato tra il Miur e l’Ordine Nazionale dei Giornalisti per fare in modo che gli studenti comprendano il valore dell’informazione quale strumento di lettura della complessità dei fenomeni sociali, economici, scientifici e culturali.
Un incontro formativo estremamente interessante- un altro si è tenuto il 20 aprile con il giornalista Rai Massimo Angeletti (vedi in proposito l’articolo di Roxana Mariana Vlad)- sulla scrittura giornalistica e sul mondo dell’informazione al quale Sottob@nco non poteva mancare.
Da ciò che Roberto Conticelli ci ha detto durante l’incontro abbiamo voluto ricavare e stilare un sorta di decalogo del “buon giornalista”.
- UN GIORNALISTA DEVE ESSER PRONTO A TUTTO, anche allo scenario peggiore. Vietato tirarsi indietro.
- IL FATTO VA RACCONTATO, NON INTERPRETATO: il giornalista deve cercare informazioni, non pareri, e deve raccontare la verità, non riportare le proprie opinioni.
- UN GIORNALISTA DEVE RIMANERE SULLA NOTIZIA: i giudizi spettano ai lettori.
- VERIFICA COSTANTE DELLE FONTI: esse devono essere sempre più di una e devono essere comunque approfondite. In gergo: «Quando tre persone ti dicono la stessa cosa, quel fatto è vero».
- RISPETTO DELLA NOTIZIA, che deve avere una “rilevanza pubblica”. Il gossip non è giornalismo.
- UN GIORNALISTA DEVE ESSERE SEMPRE CHIARO E COMPRENSIBILE: la comprensibilità di un articolo è fondamentale, ogni scrittore per primo deve ben capire cosa ha scritto.
- NON SERVE ARRICCHIRE CON PARTI INUTILI UN RACCONTO: Esso parla da sé, strafare lessicalmente è sbagliato. «Io conosco 24 parole. possono bastare a raccontare un fatto» (Giovanni Guareschi)
- UN GIORNALISTA DEVE AVERE “LA SCHIENA DRITTA”: deve andare anche contro l’autorità e le intimidazioni, se si è certi che quella notizia sia vera e meriti di esser raccontata. Il grande Indro Montanelli “docet”: quando nel 1991 Francesco Cossiga, Presidente della Repubblica, gli offrì la carica di Senatore a vita, Indro Montanelli ringraziò ma rifiutò, motivando così: “purtroppo, il mio credo è un modello di giornalista assolutamente indipendente; questo mi impedisce di accettare l’incarico”.
- LA NOTIZIA SI DÀ NELLE PRIME CINQUE RIGHE: l’attacco, breve, deve riassumere l’intero articolo e far interessare il lettore. Così Giampaolo Pansa scriveva sul disastro del Vajont nel 1963: «Scrivo da un paese che non esiste più».
- IL TITOLO DEVE RICHIAMARE L’ARTICOLO, può e deve cogliere ed esaltare un particolare sul tutto.
E SOPRATTUTTO RICORDATE:
«IL GIORNALISMO È L’ ARTE DI ARRIVARE IN RITARDO SU UN FATTO IL PIÙ IN FRETTA POSSIBILE»
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