TODI- «Anche in Italia l’attenzione nei confronti del fenomeno Hikikomori sta aumentando» afferma Marco Crepaldi, presidente e fondatore di Hikikomori Italia, il sito creato nel 2012 che riceve i contatti di migliaia di genitori – «è un disagio sociale che non solo riguarda il Giappone, ma anche tutti i paesi economicamente sviluppati nel mondo. E tale ormai da configurarsi come allarme sociale»
Prima però è necessario chiarire che cosa significa la parola Hikikomori: in giapponese significa stare in disparte, ed è riferito a quelle persone che si ritirano dalla propria vita sociale rimanendo nella camera da letto per un determinato periodo di tempo e rinunciando a qualsiasi contatto con il mondo esterno.
Quali possono essere le cause che inducono le persone a intraprendere questa scelta di isolamento? Secondo l’esperto le cause possono essere tante: gli hikikomori hanno un carattere molto sensibile e ciò comporta loro una difficoltà ad affrontare i problemi che la vita gli pone; l’assenza emotiva del padre e l’eccessivo attaccamento alla madre (fenomeno noto in Giappone) possono indurre il figlio a rifiutare qualsiasi aiuto, ma anche l’esperienza negativa a scuola o l’esigenza di fuggire dalle pressioni di realizzazione sociale possono avere un ruolo importante. Direi che la competitività sociale sia la causa principale». Gli hikikomori, infatti, hanno una visione negativa della società.
«Tutto questo porta a una crescente difficoltà e demotivazione del ragazzo nel confrontarsi con la vita sociale, fino a un vero e proprio rifiuto della stessa» dice il presidente. «Anche la dipendenza da internet viene spesso indicata come una delle principali cause del fenomeno, ma non è così : essa rappresenta una conseguenza dell’isolamento, non una causa». Le nuove tecnologie, in sostanza, hanno un effetto acceleratore e protettivo.
«Non sempre i ragazzi riconoscono di avere il problema – aggiunge -esiste un’incapacità di fare il salto dalla vita infantile a quella adulta. L’insofferenza nell’andare a scuola è un primo campanello di allarme» . Secondo alcune stime sono presenti 500.000 casi accertati di questo fenomeno in Giappone, casi che addirittura possono arrivare anche ad un milione.
Il fenomeno, a quanto pare, va a colpire maggiormente le fasce d’età tra i 14 e i 30 anni, prevalentemente di sesso maschile, anche se non è da sottovalutare il numero delle ragazze isolate. Dunque questo fenomeno sta diventando via via uno dei temi più discussi dagli esperti in quanto molto attuale e sembrerebbe allarmare anche diversi studi ed associazioni che se ne occupano a tutt’oggi poiché vi possono essere cifre e statistiche molto più alte di quanto spesso, invece, si è dichiarato.
Lascia un commento