Il diritto all’istruzione al tempo del COVID-19
LA SCUOLA NON SI FERMA

TODI – A partire dal 5 marzo 2020, dopo la comunicazione ufficiale a cura della Ministra dell’Istruzione (Lucia Azzolina), gli studenti italiani non hanno più potuto svolgere le regolari attività didattiche nelle proprie sedi, al fine di limitare l’espansione del contagio dal virus che sta colpendo gran parte del globo terrestre. Ma non si può interrompere a metà un anno scolastico e così moltissime classi, grazie al supporto della tecnologia, nei giorni a venire hanno iniziato una serie di lezioni online.

Il mondo è immobile, ma la scuola non può e non deve fermarsi; i ragazzi in primo luogo hanno bisogno di essa.

Tutto questo tempo che improvvisamente siamo chiamati a vivere in casa deve essere sfruttato per fronteggiare la noia e il clima teso che si è creato. Abituati a vivere sempre in movimento ci sentiamo stretti dentro quattro mura, nonostante sappiamo che la casa è il posto più sicuro in cui stare; tuttavia il contatto con i professori e i compagni ci aiuta a mantenere un briciolo di quella “normalità” che un po’ rimpiangiamo.

Con la sospensione delle attività didattiche un problema più “tecnico” sarebbe quello dei programmi. Ogni anno, infatti, gli insegnanti sono tenuti a portare a termine il piano di lavoro prestabilito, che consente agli studenti di avere una formazione completa alla fine dei percorsi scolastici. Se questi non venissero terminati dovrebbero essere recuperati l’anno successivo, a discapito del programma di quell’anno. È quindi necessario continuare sulla strada che stiamo percorrendo.

Sicuramente, però, la situazione peggiore sarebbe per i maturandi.
Questi ragazzi si troverebbero ad aver vissuto il loro ultimo giorno di scuola, che per tutti è un momento importante, senza neanche saperlo e quindi senza goderselo; senza parlare degli ultimi mesi tra i banchi! Riguardo al loro Esame di Stato non è ancora stata presa una decisione ma si vocifera che, se non si tornasse a scuola entro la metà del mese di maggio, la prova di maturità consisterebbe in un solo esame orale, forse in presenza o forse in videoconferenza, con una commissione composta da tutti membri interni ad eccezione di un commissario esterno.

Riguardo alle numerose lezione online, si potrebbe obiettare che non fa bene stare troppe ore di fronte ad un computer, perché ciò potrebbe causare dei danni agli occhi, ma in molte scuole i presidi hanno deciso di tutelare sia gli insegnanti che gli studenti con delle misure che limitano le ore giornaliere o prescrivono delle pause tra una lezione e l’altra (nel nostro Liceo possono essere svolte anche 5 lezioni giornaliere a patto che tra di loro ci sia una pausa di 20 minuti).

Per ciò che concerne gli strumenti tecnologici, poiché non è detto che tutti abbiano la possibilità di accedervi, la Ministra dell’Istruzione si è impegnata ad aiutare le istituzioni scolastiche con un fondo di circa 80 mila euro che serviranno a mettere a disposizione degli studenti meno abbienti dispositivi digitali in comodato d’uso e l’accesso alla rete, oltre a formare il personale scolastico in modo adeguato sulla didattica a distanza.

Come per il monte ore, i dirigenti scolastici si stanno mobilitando anche per regolamentare in maniera equa e omogenea le valutazioni, dal momento che la novità della DAD coinvolge anche questo ambito e che inizialmente ha lasciato un po’ interdetti sia gli insegnanti che gli studenti.

La mia esperienza con la didattica a distanza è positiva. I miei professori hanno subito iniziato a fare video-lezioni e questo mi ha permesso di non rimanere indietro col programma e di non perdere il ritmo, anche se ovviamente nel primo periodo mi sono dovuta adattare a questo nuovo metodo di studio. Ho trovato molto utile questa soluzione al problema COVID per il sistema scolastico, che si nutre del continuo contatto tra insegnanti e alunni, ma anche tra compagni di classe, con i quali si stringe un rapporto diverso e speciale rispetto a quello tra i banchi. Senza il sostegno, qualche volta anche inconsapevole, che la scuola mi ha dato in questi due mesi, le mie giornate a casa sarebbero state più vuote e noiose. Ho capito che, per quanto fino al 4 di marzo mi pesasse andare a scuola, questa è diventata una delle cose che più mi manca; ad oggi tornare a svegliarmi tutte le mattine prima delle 7 non sarebbe un sacrificio, a patto che si torni tra le mura della nostra incantevole sede del Liceo attigua al tempio di San Fortunato.

Possiamo quindi dire che, anche se il mondo sembra immobile noi ci muoviamo, le nostre menti sono attive, in parte grazie alla scuola; anche se in questo momento tutto sembra destinato a cambiarci irrimediabilmente la vita, il nostro obiettivo deve essere quello di farlo al massimo delle potenzialità, per crescere e formarci nel miglior modo possibile. In fondo il ruolo del l’istruzione è proprio questo.

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