TODI- Musei e teatri chiusi. La pandemia e, con essa diversi DPCM, hanno previsto la sospensione delle attività culturali per molti mesi. Vacanze di Natale comprese. “Al momento nel settore della cultura non nascondiamo un certo malcontento perché il nostro comparto è stato completamente trascurato” afferma Francesca Tenti, coordinatrice dei poli museali di Todi per CoopCulture, cooperativa che lavora in ambito nazionale, gestendo più di 250 siti culturali in tutta Italia, e che da quasi 3 anni gestisce vari siti nella città natale di Jacopone, quali il Campanile di San Fortunato, la Casa Dipinta, le Cisterne Romane, il Museo Pinacoteca e il Museo Lapidario oltre che il Teatro Comunale.
Oltre al malcontento quali sono state le ripercussioni delle chiusure avvenute nella prima e nella seconda ondata COVID-19?
Le ripercussioni di queste misure le sentiremo a lungo perché comunque è stato un periodo abbastanza duro, e che ha portato a perdite economiche sostanziose. In estate c’era stato un momento di ripresa grazie ad una inaspettata affluenza turistica, superiore persino all’anno precedente, che è proseguita anche per i mesi di settembre e ottobre. Ci eravamo quasi risollevati e poi, purtroppo, c’è stata questa nuova chiusura. Anche se a primavera ci fosse un’altra ripresa, non sarebbe sufficiente a colmare le perdite di questi mesi.
Per quanto riguarda il Teatro, la situazione è la stessa?
Purtroppo sì, poiché la stagione teatrale è a rischio. Il Comune di Todi aveva stabilito insieme al “Teatro Stabile dell’Umbria” di ripartire dai primi di novembre con una stagione ridotta a 3 spettacoli, quindi un numero minore di esibizioni, però in due serate. Inoltre il numero di posti disponibili sarebbe stato ridotto da 500 a 200 in modo da rispettare il distanziamento. Si doveva partire il 6 novembre, ma lo stesso giorno è stato reso noto il Dpcm che ne impediva la messa in scena. Al momento non abbiamo notizie perché è rimasto tutto sospeso.
In che modo state tentando di affrontare questo periodo?
L’unica attività che abbiamo portato avanti durante il primo lockdown è stata la rubrica “La Cultura a casa”, promossa dal Comune di Todi, grazie alla quale abbiamo presentato, una volta a settimana, le opere più importanti del nostro museo, con l’intento di “intrattenere” le persone rimaste a casa per la pandemia. È stata un’iniziativa importante per noi guide, perché ci ha permesso di metterci in gioco in un nuovo modo di fare cultura. Invece in questo secondo lockdown abbiamo stabilito di tenere aperto il centro informazioni e ci siamo concentrati sul progetto “Humbria2O. La cultura non si ferma”.
Che cos’è il progetto “Humbria2O. La cultura non si ferma”?
“Humbria2O. La cultura non si ferma” è un progetto finanziato dalla Regione Umbria che vede protagonisti 8 diversi comuni e 14 musei che hanno stretto un legame e che pertanto, invece di andare in competizione, collaborano tra di loro e si sponsorizzano a vicenda. Per favorire questa collaborazione si sta pensando di creare un biglietto unico, con una riduzione che permetta l’accesso a più musei. Oltre a ciò agli insegnanti proponiamo anche delle attività per gli studenti da svolgere su piattaforme come Classroom.
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