IL PIACERE DI LEGGERE!
Una full immersion nei capolavori dei grandi scrittori

TODI – Da quest’anno il Liceo Jacopone, tra le altre attività, propone una serie di incontri letterari tenuti da alcuni docenti della nostra scuola.

“Il piacere di leggere letteratura e altro”; questo il nome del progetto nato da un’idea del professore Alessio Umbrico, il quale nell’intento di condividere un momento di spunto e di riflessione con gli studenti ha voluto dar voce ai grandi classici della letteratura italiana e ai loro autori, tra cui sicuramente spiccano i nomi di Primo Levi e Beppe Fenoglio, ma anche Leonardo Sciascia e Antonia Arslan.

Gli incontri si sviluppano nell’arco di circa un’ora e mezza, durante la quale si analizza prima la biografia dello scrittore scelto per quel giorno e poi si passa alla descrizione della sua opera, attraverso la visione di filmati e l’utilizzo di diapositive create appositamente dal docente relatore.

Troviamo che “Il piacere di leggere letteratura e altro” offra un’occasione per confrontarsi ed immergersi nei capolavori di autori intramontabili che ancora oggi propongono attraverso le loro opere, tematiche universali e di fondamentale importanza.

Riportiamo di seguito l’intervista al docente Alessio Umbrico:

Come è nata l’idea di dare vita a questo nuovo progetto letterario?

“Diciamo che l’idea è nata dall’incontro di fattori diversi. Da un lato mi ha sempre colpito la paradossale difficoltà che noi insegnanti sperimentiamo nel trovare del tempo per parlare delle nostre passioni. E come insegnante di lettere mi riferisco in particolare ai libri. Certo, con i colleghi che si incrociano maggiormente, capitano scambi proficui e arricchenti, ma mi sembra l’eccezione, non certo la norma. Direi che l’aspetto istituzionale del sistema scolastico, pur necessario, rischia di fagocitare i docenti relegando al vissuto personale quello spazio di lettura e nutrimento che per me resta il centro profondo del nostro lavoro. Dall’altro il Dipartimento di Lettere aveva previsto una sorta di spazio aperto, “Il piacere di leggere: letteratura e altro” per attività di approfondimento in orario extracurricolare. La mia proposta, accolta dai colleghi, è stata quella di provare a utilizzare tale spazio per parlare con gli studenti di grandi libri, libri che possano essere presi in mano e letti per la prima volta o, perché no, ri-letti”.

E’ soddisfatto di come sta procedendo questa attività? Sta riscuotendo successo tra i giovani studenti del nostro Liceo?

“Personalmente sono molto soddisfatto, innanzitutto perché è stata per me un’occasione per tornare a leggere libri appassionanti. Ma soprattutto perché mi ha permesso di fare quello che dicevo: di questa esperienza mi rimarrà soprattutto la voce dei colleghi, il confronto con loro, il prezioso, a volte illuminante, scambio di opinioni e impressioni, prima, durante e dopo i singoli incontri. Diciamo che ho imparato molto. Sul successo dell’iniziativa tra gli studenti dovrei sentire il vostro giudizio. Ma credo che, in certi casi, la scintilla con testi e autori sia scattata anche nei ragazzi”.

In base a quali criteri ha selezionato le letture proposte agli incontri?

“È stata una scelta condivisa. Ci siamo dati delle linee guida: abbiamo privilegiato testi della letteratura italiana del XX secolo in modo da permettere agli studenti di annusare anche la letteratura del secondo Novecento, a cui purtroppo, per una serie di difficoltà insite nell’impostazione della scuola italiana, difficilmente si arriva. Dentro tale cornice abbiamo privilegiato testi che unissero al valore artistico–letterario grandi tematiche formative: per rimanere agli incontri finora svolti si è toccato il tema della Shoà tramite “Se questo è un uomo” di Primo Levi, il genocidio armeno con “La masseria delle allodole” di Antonia Arslan, la mafia ed il complesso rapporto fra morale e ricerca scientifica attraverso due testi di Sciascia (“Il giorno della civetta” e “La scomparsa di Majorana”)”.

Nel 2016 le facoltà umanistiche hanno raggiunto il picco più basso di iscritti rispetto alle altre. Negli ultimi anni il tasso di frequenza sta gradualmente risalendo; secondo lei, questa iniziativa che vuole dare risalto proprio alla bellezza della letteratura, potrebbe suscitare nei ragazzi un nuovo interesse che poi li porti ad iscriversi a facoltà umanistiche?

“Non saprei, ma brutalmente direi che è un problema che non mi interessa. Gustare la bellezza del confronto con un libro non spetta solo a chi frequenterà una facoltà umanistica. Sono profondamente convinto, infatti, che il ruolo della scuola superiore sia quello di formare l’uomo, non uno specifico lavoratore. Sono forse in controtendenza rispetto ai tempi, ma di sicuro in buona compagnia: con Aristotele direi che nulla è più utile dell’inutile e inviterei a rileggere un testo leopardiano poco frequentato a scuola, il “preambolo allo Spettatore fiorentino”. Da qui, sostituendo la parola giornale con progetto, mi verrebbe da dire “confessiamo schiettamente che il nostro progetto non avrà alcuna utilità”.

Quale dovrebbe essere a suo giudizio il ruolo della lettura all’interno della realtà giovanile, che purtroppo si sta sempre di più allontanando dai libri a favore dei social e della tv?

“E’ una domanda da un milione di euro. Viviamo nel pieno di una svolta epocale. La rivoluzione digitale, in cui siamo immersi, ha sostituito al linguaggio verbale la comunicazione per immagini e suoni, relegando le parole in funzione ancillare. Il processo non va certo demonizzato, ma contiene un enorme rischio, pur in mezzo a indubbie attrattive e stimolanti possibilità. Mi riferisco al rischio di una superficialità che resti perennemente ad un livello epidermico, che non dia tempo e modo di approfondire e, quindi, non permetta vera assimilazione, in una parola non permetta cultura. Riscoprire il libro tradizionale (perché esistono libri “massmediatici” di cui bisogna diffidare) è una grande scommessa. Personalmente rimango sempre molto colpito dall’invito alla lettura profonda a cui richiama la sapienza monastica, quando con bellissima espressione parla di “vacare lectioni”, ossia “fare il vuoto, liberarsi per leggere”. Chi scopre questo, scopre la straordinaria esperienza per cui, mentre leggiamo un libro, ne siamo letti a nostra volta”.

Al momento gli incontri svolti sono stati 5, in ordine:

  • incontro dedicato a “La masseria delle allodole” di Antonia Arslan, tenuto dal prof. Alessio Umbrico;
  • incontro dedicato a “Se questo è un uomo” di Primo Levi, tenuto dalla prof. Carla Gentili;
  • incontro dedicato a “Una questione privata” di Beppe Fenoglio, tenuto dal prof. Alessio Umbrico;
  • incontro dedicato a “Il Giorno della civetta” di Leonardo Scascia, tenuto dal prof. Giuseppe Montelione;
  • incontro dedicato a “La scomparsa di Majorana” di Leonardo Sciascia, tenuto dalla prof. Carla Gentili.

I prossimi incontri si terranno:

  • venerdì 20 maggio dalle 15:00 alle 16:30, relatrice prof. Susi Felceti con “La chimera” di Sebastiano Vassalli;
  • venerdì 28 maggio dalle 15:00 alle 16:30, relatrice prof. Carla Maria Cavallini con “Una donna” di Sibilla Aleramo.

Marta Natili e Ilaria Andrei

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