Uomo e società, l’importanza delle relazioni: conversazione col Professor Mario Salisci, sociologo.

Il Professor Mario Salisci

TODI- Fin dalla nascita l’uomo reclama la necessità di potersi relazionare con altri suoi simili, così da riuscire ad apprendere, a confrontare e a “costruire” la sua persona. Sono molti i rapporti con cui abbiamo a che fare nella nostra vita: da bambini è fondamentale avere l’affetto di una famiglia che forma il nostro carattere educandoci e insegnandoci i giusti valori comportamentali. Allo stesso modo  un ragazzo nel corso della sua gioventù viene influenzato dalle amicizie che frequenta e dai primi legami con entità esterne al suo nucleo famigliare. Crescendo quindi è determinante relazionarci con la società per consolidare la nostra personalità, ma ciò  non sempre risulta semplice . Ma che cos’è veramente una società e come è connessa all’uomo?

Per approfondire la tematica abbiamo  intervistato il Professore Mario Salisci, sociologo e docente all’Università di Genova, direttore dell’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline.

In primo luogo, la società viene studiata  dalla sociologia, una scienza nata agli inizi del diciannovesimo secolo, dopo la rivoluzione francese e nel periodo  positivista,  in cui si percepisce l’esigenza di studiare la società per conoscerla, prevedere e quindi prevenire le criticità.  Venne sviluppata e appresa come si faceva  con le materie scientifiche e la fisica, tanto che questa  prima forma di sociologia fu  definita “fisica sociale”; le leggi dei comportamenti sociali  venivano  considerate  leggi meccaniche , dagli effetti inevitabili.  Era una idea molto deterministica della sociologia, e si pensava che essa qualora avesse acquisito la scientificità piena sarebbe diventata la regina delle scienze e avrebbe realizzato il perfetto benessere della comunità. 

Oggi molto è cambiato e la sociologia è diventata una scienza che deve muoversi su un terreno di grande complessità. Della sociologia si occupa il sociologo che cerca di restituire i codici di condizionamento che regolano il vivere sociale e che ci permettono di sentirci liberi,  nei limiti della società. 

In particolare, il Professor Salisci si interessa della formazione dell’IDENTITÀ, sia individuale che collettiva, e la relazione di questa con la società. L’identità di una persona è frutto di un insieme di fattori in stretto collegamento; deriva dal nostro patrimonio genetico, dall’ambiente che frequentiamo, dalla nostra cultura di riferimento e soprattutto dai rapporti che abbiamo con persone a noi care o meno. L’identità non è un concetto misurabile, ma un concetto interpretativo; ciò significa che possiamo cercare di interpretare la personalità di un individuo, ma difficilmente riusciremo a coglierla del tutto.  Diverso è  il discorso riguardo alla personalità collettiva, più conoscibile  poiché determinata da molti comportamenti analoghi tra le persone , che soprattutto al giorno d’oggi  seguono le stesse mode  e tendono a perdere  l’unicità che le  caratterizza.

Da tempo è diffuso il fenomeno della massimizzazione in cui tendiamo a comprare le stesse cose, a comportarci allo stesso modo e a seguire gli stessi idoli. Così abbandoniamo il nostro concetto di unicità e di successo che tanto cerchiamo di raggiungere, non accorgendoci che per essere veramente diversi dagli altri dobbiamo lavorare su noi stessi e non tanto sul mondo che ci circonda. È questo il nostro vero obiettivo della vita: conoscere noi stessi come predicava l’oracolo di Delfi o Socrate che tentava di spronare l’uomo a interrogare se stesso per sapersi relazionare con l’esterno. Spesso intraprendiamo questo percorso seguendo le vie sbagliate che non ci permettono di raggiungere la completezza, ma di accumulare sempre più vuoti. Ad esempio, soprattutto in Occidente si sente la necessità di appropriarsi di beni materiali o di relazioni esterne per essere felici, quando invece in Oriente la felicità viene colta in momenti di meditazione con se stessi. Steve Jobs fondò l’azienda Apple non grazie a speciali conoscenze tecniche, ma dopo un periodo di meditazione in India che lo rese più produttivo e che gli fece sviluppare nuovi pensieri. Il fulcro della nostra vita gira intorno al dialogo con noi stessi, che apre nuovi mondi, che  elabora  pensieri che incidono sul nostro carattere. Perciò la prima relazione deve essere quella con il nostro io e solo in un secondo momento dobbiamo confrontarci con la società, che amplia le nostre vedute e ci permette di realizzarci. 

Parlando di società e di rapporti, va considerato nello specifico il difficile periodo che stiamo vivendo a causa della pandemia: abbiamo infatti trascorso due anni in cui i legami sono diventati difficile da mantenere, in cui abbiamo perso contatto con la società isolandoci nelle nostre stanze.

Il Professor Salisci, dopo aver studiato la situazione legata all’emergenza Covid-19, ha scritto un saggio a riguardo: “COVID GROUND ZERO. IL NUOVO MEDIOEVO”. Il titolo allude al fatto che  il COVID19 con il lockdown e la pandemia ha segnato la fine di un mondo e l’inizio di un altro e non è la prima volta nella storia che si presenta una situazione simile.  “Covid Ground Zero” pone un parallelismo tra ciò che stiamo vivendo adesso e il periodo dell’Impero Romano tra il 166d.C e il 180d.C.,  in cui Roma è egemone su tutto il Mediterraneo e sta preparando la guerra contro i Parti per giungere a conquistare tutto il mondo, senza aver più  rivali. Circa nel 166d.C. però l’Impero romano viene colpito da un morbo, il vaiolo, che colpisce maggiormente i giovani, cioè il nerbo  principale  delle milizie romane. Seguono carestie , causate  dalla mancata coltivazione dei campi, e una serie di  invasioni barbariche  che porteranno  progressivamente l’Impero ad una  crisi che non avrà più arresto. Adesso le nostre condizioni sono simili: ci pensavamo invincibili, ma ora  siamo deboli, corrotti moralmente e il Covid ha accelerato molti processi critici a livello sociale ed economico  già iniziati da tempo.  S’impone quindi oggi più che mai  la necessità di operare  le scelte giuste per riuscire a gestire bene i processi di transizione dal punto di vista ecologico, economico, demografico e digitale. Tanto più che analizzando i dati e l’andamento odierno si possono prevedere sviluppi futuri non rosei in  un Paese come l’Italia,  in cui le nuove generazioni sono molto meno numerose rispetto alle precedenti.

Il Covid è stato determinante per i rapporti umani, specialmente nei giovani che necessitano di relazionarsi per migliorare e definire la loro identità. Questo periodo di pandemia ha portato gli adolescenti a riflettere su quanto fossero importanti i legami, da quelli con i parenti a quelli con gli amici. Ma li ha resi anche più fragili: sono aumentati i disagi psicologici, le dipendenze e i suicidi. Tra i maschi si è diffuso il fenomeno dell’hikikomori: i ragazzi si rinchiudono nelle loro stanze e vivono attraverso i social, attraverso un dispositivo digitale. In Italia dopo il lockdown i casi sono diventati 50.000 e la stesso fenomeno si è manifestato nelle ragazze attraverso l’anoressia, disturbo alimentare provocato da un conflittuale rapporto genitoriale in cui è assente la figura paterna che solitamente contiene l’eccessivo istinto materno nei confronti della figlia. In questo stato la ragazza prende coscienza di non essere libera e si ribella nel modo più comune tra gli uomini: non mangiando. E’ importante capire che  malattie come la bulimia, l’anoressia, o  disturbi comportamentali di auto segregazione, sono prodotti dalla società ed è difficile uscirne.    

Ciò che oggi risulta fondamentale è ciò che dovrebbe essere ovvio: investire su noi stessi e sulle relazioni con persone a cui vogliamo bene,  cercare di vivere facendo le scelte giuste dettate  da un più profondo ritorno alla riflessione personale, a vantaggio di noi stessi e di chi ci circonda. Peter Berger, rinomato sociologo, sosteneva che nella scelta tra essere felici e non essere felici sia più vantaggioso essere felici, così come nella scelta tra amare e non amare è più ragionevole amare : questo contribuirà a instaurare un buon rapporto con noi stessi e con la società, in particolare provvederà a porre buoni fondamenti per il futuro.

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