LA RINASCITA DELLE CISTERNE ROMANE DI TODI: INTERVISTA ALL’ARCHITETTO ANDREA SABBATINI.

Nuova vita per le Cisterne Romane di Todi « ilTamTam.it il giornale online  dell'umbria

Quando nel 1996 il Gruppo Speleologico di Todi svuotò un canale discendente nel muro di un negozio in ristrutturazione presso Piazza del Popolo nessuno si aspettava di trovare una seconda cisterna romana, dopo la prima riscoperta 700 anni prima a pochi metri da questa. Lunga 48 metri e costituita da 12 vani in opus caementicium, questa cisterna di cui nessuno si immaginava l’esistenza poteva contenere fino a 2500 metri cubi di acqua.
La realizzazione di questa imponente opera idrica si attesta tra il II e il I secolo a.C. ma dopo la caduta dell’Impero Romano, a causa dell’incuria e della mancanza di manutenzione, subisce un progressivo e inesorabile degrado. Ai giorni nostri questi luoghi prendono di nuovo vita attraverso un progetto del Comune di Todi i cui lavori sono iniziati il 4 di Febbraio e che, se non ci saranno complicazioni che porteranno ad una sospensione, dovrebbero finire agli inizi di Maggio.
Come si andrà ad intervenire? Quali modifiche verranno attuate? Noi redattori di Sottob@nco ne abbiamo parlato con il Direttore Responsabile del cantiere, nonché Progettista e Coordinatore della sicurezza , architetto Andrea Sabbatini.

Come si svolgeranno i lavori tenendo conto anche dell’ambiente e delle varie norme da rispettare?  

L’idea iniziale era di riqualificare lo spazio sia da un punto di vista impiantistico, che dal punto di vista della messa in sicurezza, perché portare dei turisti all’interno del sito necessita di una serie di accorgimenti. Infatti, la struttura sarà dotata di un sistema di sicurezza che consentirà di dare delle informazioni dall’ingresso qualora si dovessero presentare dei problemi. Inoltre si aggiungeranno  anche pulsanti che, in caso di qualsiasi imprevisto, l’operatore potrà utilizzare per attivare tutto il sistema di salvataggio. 
In aggiunta, abbiamo individuato anche un tombino che comunica con l’esterno in via Mazzini e che vogliamo modificare al fine di renderlo accessibile velocemente ai mezzi di soccorso, nel caso in cui i visitatori rimangano intrappolati all’interno. Ovviamente tutti gli ambienti saranno dotati di luce di emergenza per illuminare tutti i percorsi per poter uscire in totale sicurezza.

Come pensavate di muovervi per risolvere i problemi di allagamento che  hanno già coinvolto le cisterne in passato?

Oltre alla messa in sicurezza un altro problema era di tipo impiantistico, poiché queste cisterne continuano a ricevere acqua che gocciola da vari punti. Inizialmente c’era un vecchio impianto costituito da una pompa che svuotava le cisterne quando l’acqua raggiungeva un determinato livello. Con questo nuovo progetto stiamo cercando di ricostruire tutto questo impianto, al fine di togliere l’acqua in eccesso ed evitare l’allagamento, ma senza cambiare il regime di umidità presente nelle cisterne, visto che si trovano sotto terra e vista la presenza di acqua. 
Dopo aver fatto degli studi abbiamo visto infatti che non bisogna assolutamente cambiare questo assetto perché se andassimo ad asciugare e ad arieggiare, rischieremmo di andare a sgretolare la malta antica che in questo momento mantiene in sede tutte le pietre. 

Sono in programma altri lavori di tipo impiantistico?

Tutta l’illuminazione delle cisterne verrà rifatta totalmente utilizzando solo luci a led, che non avranno un grande impatto ambientale. 
È stata fatta una scelta di forte impatto visivo: tutta la passerella avrà dei corpi illuminanti di luce bianchissima a 5500 gradi Kelvin (simile alla luce solare) che devono andare a realizzare una sorta di tappeto luminoso per andare a simulare la presenza dell’acqua. In contrasto, la luce della volta sarà molto più calda e soffusa, quasi arancio, di 2500 gradi Kelvin.
Inoltre, andremo a realizzare un’illuminazione anche delle cisterne non visitabili (attualmente senza luci), in modo da avere la visione di tutto il complesso per mezzo di giochi di luci e di ombre.
Vorremmo anche riqualificare l’accessibilità, già esistente grazie a un intervento della sovrintendenza, realizzando una scala metallica e tutta una passerella sospesa che non andrebbe a rovinare il substrato del pavimento originario. La scala sarà rivestita da acciaio courten, un acciaio che si arrugginisce quasi subito, ma la ruggine dopo andrebbe a creare uno strato superficiale di protezione. In realtà la scelta di questo materiale in questo caso era quasi obbligata: in un ambiente come questo, qualsiasi altro metallo tende ad arrugginire, ma solo questo è in grado di fornire anche una protezione. 

Informandoci, abbiamo saputo che si volevano installare delle opere d’arte: in che modo questo è possibile vista l’umidità? Avete già qualche idea in mente?

Si voleva creare uno spazio espositivo temporaneo all’interno delle cisterne, creando una miscela artistica molto interessante. Si potrebbe creare un’ installazione artistica in loco con opere d’arte legate al territorio, oppure si potrebbero installare opere d’arte moderna, anche contemporanee, che sarebbero valorizzate da questo contesto antico. 
Faremo dei basamenti, per poter appoggiare o appendere queste opere, con un sistema di illuminazione supplementare di modo che si possa far luce su ogni soggetto e risaltarlo.
Non è compito nostro scegliere le opere d’arte: abbiamo creato una struttura che potrebbe esporre vari tipi di opere; poi sarà il Comune che dovrà fare delle scelte. La cosa certa è che non si può fare un’esposizione di quadri perché con l’umidità durerebbero poche ore.

In che modo state tentando di agire per rendere più godibile la visita delle cisterne?

La scelta architettonica che abbiamo fatto è quella della semplicità. 
Noi vogliamo ottenere il risultato finale di una semplicità quasi scontata, infatti siamo convinti di riuscire a fare un bel lavoro se l’intervento sarà discreto e a servizio del monumento.
Un altro obiettivo da raggiungere è che ogni elemento che andiamo a mettere sia elegante, integrato e che vada in secondo piano rispetto alle cisterne. Quando si riesce a fare qualcosa di semplice significa che si è riusciti a togliere tutto il superfluo.

Un po’ come affermava Michelangelo, in sostanza. Non ci resta allora che augurare a tutta l’amministrazione comunale coinvolta nel progetto di rendere a breve la nostra città ancora più bella di quanto già non sia. Semplicemente.

Lucrezia Paolucci

Francesco Santucci

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