Succede spesso che la società civile anticipi la classe politica su temi caldi ed attuali come quelli che riguardano la tampon box e la tampon tax: è proprio questo il caso in cui la società civile in segno di solidarietà ha deciso di agire in prima persona.
Per contestualizzare meglio, è doveroso spiegare che la cosiddetta tampon tax è l’imposta sul valore aggiunto ( IVA) applicata su tamponi, assorbenti , coppe mestruali , beni che dal governo non sono considerati di prima necessità. Esatto: gli assorbenti non sono considerati tali!
Solo con l’approvazione della legge di bilancio del 2022 si è riusciti a ridurre la tassazione dal 22% al 10%, il che può essere considerata solo una vittoria parziale, infatti i beni di prima necessità(come lamette e rasoi ad esempio) sono tassati al 4% e sarebbe bene ricordare che gli assorbenti non sono un lusso!
La tampon box nelle scuole nasce proprio partendo da questi presupposti, in nome della solidarietà tra ragazze e giovani donne che vogliono aiutarsi a vicenda .
Al grido di ‘’PRENDINE UNO SE VUOI, LASCIANE UNO SE PUOI’’ è stata lanciata l’iniziativa di munire i bagni di semplici contenitori contenenti una scorta di assorbenti, i quali vengono lasciati da chi può permetterselo, a vantaggio di tutti coloro che per motivi economici o di altra natura non hanno con sé un assorbente nel momento del bisogno.
La tampon box è una pratica molto diffusa in America che negli ultimi anni è sbarcata anche in Italia ed in Europa. Per la prima volta la tampon box è stata approvata in alcuni istituti del nord: al liceo Carlo Porta di Erba, dove i due rappresentanti di istituto nel bagno della scuola, hanno creato uno spazio dedicato allo scambio con un cestino in cui lasciare o prendere gli assorbenti. L’iniziativa ribattezzata Tampon box, è stata sposata subito dal dirigente Piermichele De Agostini; un altro istituto precursore di questa iniziativa è il liceo Medi di Villafranca in Veneto, dove la scuola si è impegnata ad acquistare un primo stock di assorbenti per un totale di 40 euro, in modo da avviare questa iniziativa.
È su questa scia che la ‘’tampon’’(come la chiamiamo noi studenti) ha fatto il suo ingresso anche nella nostra scuola!
La tampon box è un’iniziativa intrapresa direttamente dagli studenti che cooperando e dimostrando un grande spirito di solidarietà verso il genere femminile hanno trasformato quella che sembrava essere una semplice idea in una vera e propria realtà, sperando possa durare il più a lungo possibile, con l’auspicio che si costruisca un sistema solidale in cui chi li utilizza ne porti degli altri a turno, in modo da poterne avere sempre a disposizione tutte le studentesse.
Gli studenti che hanno partecipato a questa iniziativa hanno trovato di fronte a loro un Preside che ha dimostrato sin da subito la sua disponibilità al progetto e le congratulazioni di molti tra gli insegnanti e dei collaboratori ATA, dimostrando quanto la nostra sia una Scuola all’avanguardia ed attenta alle tematiche più sensibili.
Scendendo nel pratico, lo Jacopone ha finanziato il primo stock di assorbenti e quattro scatole che sono state distribuite nei bagni delle ragazze: due scatole per ogni sede. Come già spiegato precedentemente l’iniziativa sarà portata avanti dagli studenti grazie a quello che potremo chiamare ‘’autofinanziamento’’.
Il timore iniziale degli studenti che hanno realizzato questa iniziativa era di trovarsi di fronte studenti e studentesse che si approfittassero del progetto, quando in realtà la tampon box è stata accolta con molta serietà dagli studenti, i quali hanno compreso a pieno il messaggio che si vuole mandare.
Se inizialmente gli assorbenti forniti sono andati a ruba, è anche vero che, forse con un po’ di sorpresa, sono arrivati i primi risultati: le scatole sono state almeno in parte autofinanziate!
Il giudizio su questo progetto degli studenti, al momento, è più che positivo e fa ben sperare per il futuro: la scuola è frequentata da studenti molto sensibili a tematiche importanti e ben disposti a tagliare traguardi come l’uguaglianza e la parità di genere.
A mio modo di vedere, è proprio in questi contesti ristretti (come può essere quello scolastico) che si comprende quanto una persona sia disposta a fare del bene per la comunità.
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