Intervista alla regista e formatrice Serena Sinigaglia che ha condotto una masterclass a Todi OFF, dal titolo “Ilmestiere della regia. Impulso, progetto, passione”.
Come si è articolato questo percorso?
La regia è sapersi esporre con il proprio punto di vista sul mondo, il regista sa far fare agli altri, è un mestiere maieutico per tirare fuori negli altri entusiasmo, passione e partecipazione a un’impresa.
Per fare questo un regista deve conoscere profondamente la sua di necessità e condividere il suo punto di
vista sul mondo.
Quali sono le differenze tra l’essere regista e formatrice?
Nel mestiere della regia c’è un aspetto totalmente tecnico.
Ha una zona di enorme solitudine, perché il tuo modo di vedere il mondo è il tuo modo di pensare l’umanesimo, è sui tuoi valori, ciò in cui credi politicamente, è tutta la tua persona.
Alla risposta regiapedagogia il mio modo di essere regista si nutre anche di pedagogia, non c’è
molta differenza.
C’è un’esperienza che ritieni significativa per un giovane artista?
La vita. Per qualsiasi artista, devi vivere e devi riuscire a fare quel difficilissimo esercizio di ascoltare te stesso e il tuo respiro, e poi ascoltare il mondo e il respiro del mondo. E stare dentro a quel marasma di casini, sentimenti, pulsioni, dubbi e spinte che arrivano dalla vita, qualsiasi cosa essa sia.
Esperienze impattanti sul lavoro di regia?
Credo che sia l’allievo a fare il maestro. Sta a te cercare di prendere il più possibile, nel bene e nel male, da ciò che incontri.
Io come allieva ho sofferto, ho patito e ho goduto in molte occasioni, cercando di lasciare aperto il mio cuore, anche se si ha paura. Penso che sia molto importante guardare a sé e guardare fuori e dentro.
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