Il progresso medico-scientifico a servizio della vita.
La medicina di oggi deve molto ai suoi iniziatori. C’è stata una svolta molto importante nella seconda metà dell’Ottocento, quando Louis Pasteur iniziò a trattare i temi più importanti delle malattie infettive con la forza della ragione e della sperimentazione. Pasteur fece della chimica il suo faro per veleggiare nel mare del successo scientifico e della scoperta sanitaria. Le sue ricerche nel campo dell’eziologia delle malattie infettive hanno contribuito a salvare milioni di vite umane e animali, segnando l’inizio di una nuova era della terapia medica e chirurgica.
Il prossimo 27 Dicembre ricorre il duecentesimo anniversario della nascita, avvenuta nella piccola località di Dole, ad est della Francia, in cui ebbe inizio la storia di uno dei grandi padri della medicina moderna.
Nessuno avrebbe presagito il brillante futuro che sarebbe spettato al giovane Louis, il quale non aveva dato prove da ragazzo di una spiccata attitudine scientifica, preferendo al contrario l’arte e la pittura. Per volere del padre fu avviato agli studi classici presso Parigi, Besançon e Digione, conseguendo il baccalaureato in lettere e successivamente, in scienze matematiche. Paradossalmente, la chimica, materia in cui fu ritenuto non più che mediocre, divenne l’ambito in cui ottenne i maggiori successi.
Le scoperte di Pasteur ebbero forte incidenza sul mondo sanitario, a cui però egli non apparteneva direttamente, non essendo medico né di formazione né di professione. La volontà di apportare beneficio e sviluppo sanitario deriva dallo struggimento personale derivato dalla morte di tre dei suoi cinque figli, in età infantile a causa del tifo.
Gli studi effettuati sullo sviluppo della muffa, dimostrarono come questa si espandesse a spese dell’acido tartarico destrogiro, e costituirono il terreno fertile all’inizio degli studi sulla fermentazione. Occupandosi della fermentazione alcoolica e della fermentazione lattica, palesò come queste fossero legate alla vita delle cellule in fermento e non alla loro morte e proliferazione, rivoluzionando questo campo di studi e smentendo le teorie allora vigenti. Da qui fu condotto allo studio delle malattie dei vini, ipotizzando che il fattore responsabile fosse la presenza e la moltiplicazione dei microrganismi vegetali; da ciò capì che, sottoponendo il vino ad un minimo riscaldamento, ne avrebbe impedito il deterioramento e le malattie derivanti da queste. Furono necessari anni di esperimenti a brevettare il suo metodo, noto come pastorizzazione, da cui diversi settori alimentari trassero beneficio. Il passo successivo fu lo studio della provenienza di questi piccoli esseri microscopici, che lo portò a confutare l’idea a lui contemporanea che questi proliferassero per generazione spontanea.
Pasteur fu colui che concepì la teoria germinale delle malattie infettive, individuando l’origine del contagio nella capacità dei microrganismi di trasmettersi da una persona all’altra attraverso l’aria o il contatto fisico.
“Omne vivum ex vivo”
«Ogni vivente (deriva) da un vivente»
è il principio su cui si fonda la
biogenesi.
Le attestazioni sulla validità della sua teoria rafforzarono uno dei fattori per lui più riguardevoli: l’igiene medica; aspetto, questo, da non sottovalutare, poiché complice della diffusione dei patogeni.
Il grande merito di Pasteur, a cui è dovuta gran parte della sua fama, è l’aver rivoluzionato il metodo di creazione del vaccino. La sua non era una scoperta del tutto nuova; l’inglese Edward Jenner aveva già creato precedentemente, a partire dal virus del vaiolo bovino, un farmaco immunologico per il vaiolo, il quale presentava però alcune limitazioni. L’intuizione di Pasteur fu quella di inoculare negli animali patogeni attenuati, rendendoli così refrattari ai germi virulenti.
Pasteur fu costretto a sacrificare molti animali per testare i suoi vaccini, tuttavia questo gli permise di non utilizzare gli uomini come cavie e favorì la scoperta di cure per malattie che interessavano tanto gli uomini quanto gli animali stessi.
“Pasteur ha avuto il merito di spaziare in campi molto diversi, riuscendo ad unire attraverso un unico filo rosso scientifico fenomeni apparentemente molto lontani, iniziando ad affrontare con sistematicità i temi di fondo che possono interessare la salute dell’uomo”
Umberto Veronesi
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