QUANTO USI LO SMARTPHONE?

Il telefono cellulare è attualmente diventato l’oggetto più personale che la metà della popolazione mondiale possiede, in cui generalmente sono conservate foto, dati personali, conversazioni e con il quale si passa la maggior parte del proprio tempo. Spesso non ci rendiamo conto che abbiamo in mano ogni comodità e in pochissimo tempo possiamo connetterci con il mondo intero grazie a Internet, fare una chiamata o scattare una foto; azioni che ormai ci sembrano banali,  ma che in realtà non lo sono. Basti pensare che anni fa per scrivere una lettera a qualcuno, prima che il destinatario la ricevesse passavano giorni, mentre oggi i messaggi che scriviamo arrivano in pochi secondi. Questo è sicuramente un aspetto positivo del possedere un telefono; il problema si presenta quando si passa troppo tempo con esso, tanto da diventare una vera e propria ossessione, usandolo per scopi futili, in particolare i social, spesso isolandosi dal mondo esterno, senza neanche rendersene conto. 

Quindi, per prendere atto di questo smodato uso quotidiano del telefono, grazie alla Professoressa Belli Cristina, abbiamo deciso di fare un vero e proprio esperimento sociale.

Agli alunni delle classi 2BS e 3BL è stato assegnato di annotare per una settimana quanto tempo, ogni giorno, avessero usato il proprio cellulare, dividendo le ore nelle varie categorie, ad esempio social, chiamate, creatività, istruzione, ecc.

Dopo una settimana, sono stati riportati alla lavagna i dati di dieci ragazzi per classe e sono emersi dei risultati veramente inquietanti; molti di loro utilizzano il telefono dalle 8 alle, addirittura, 9 ore perdendo metà della propria giornata con gli occhi incollati agli schermi. 

Raccogliendo questi risultati, abbiamo deciso di realizzare un grafico per evidenziare la percentuale delle ore trascorse al telefono.

Come possiamo ben notare, le ore di utilizzo del telefono durante la settimana variano dalle 16 fino addirittura alle 51 ore.

La cosa sicuramente ancora più grave è che gran parte del tempo lo si passa a guardare i social, che creano una vera e propria dipendenza, illudendoci di vivere situazioni ed emozioni concrete, ma che in realtà ci allontanano solamente dal mondo reale. L’elemento quasi paradossale che emerge è che di tutte le ore trascorse dai ragazzi con il telefono in mano, solamente pochi minuti corrispondono a chiamate effettuate o ricevute, il resto del tempo è impiegato per navigare in internet o chattare sui social, quindi, di fatto, queste nuove applicazioni hanno del tutto surclassato l’uso originario del telefono e la funzione per cui è nato, cioè parlare.

Questo esperimento a nostro parere ci ha fatto riflettere su molti aspetti che solitamente non notiamo, soprattutto perché l’utilizzo del cellulare in quantità sproporzionate è diventato talmente abituale che nemmeno ce ne rendiamo più conto. Confrontandoci con la professoressa e facendo un dibattito in classe abbiamo preso coscienza e consapevolezza di quanto questo oggetto sia entrato ormai irrimediabilmente nelle nostre vite; tutto ciò ci ha aiutato a capire quanto questa “dipendenza” può danneggiare la nostra salute, la nostra “comunicazione faccia a faccia” e quanto può togliere del tempo importante e utile alle nostre giornate.

Esiste anche un vero e proprio disturbo legato all’uso degli smartphone, e prende il nome di Nomofobia, parola che descrive la sofferenza temporanea legata al non avere il telefono cellulare a portata di mano e alla paura di perderlo, composta dal prefisso anglosassone abbreviato no-mobile e dal suffisso fobia e si riferisce alla paura di rimanere fuori dal contatto di rete mobile.

 Si accompagna a questo la sensazione di panico che si presenta all’idea di non essere rintracciabili, la necessità di un costante aggiornamento sulle informazioni condivise dagli altri e la consultazione del telefono in ogni momento e luogo.

Riflettendo e prendendo atto di questi fatti dovremmo impegnarci tutti a ridurre l’uso di questo dispositivo, utilizzandolo esclusivamente per utili scopi. È importante che il mondo creato dalle app e i social network non prevalga sul mondo reale ed è anche importante che, in particolare i giovani, diano maggiore importanza alla socialità, senza dover ricorrere all’uso del cellulare. Questo perché è fondamentale che in età adolescenziale i ragazzi sappiano costruire relazioni interpersonali e sostenere un rapporto vis-à-vis; al contrario con un utilizzo sempre più massiccio e frequente del cellulare, coltivare questi fondamentali rapporti umani potrebbe diventare sempre più difficile. Per permettere che avvenga questo, il divieto del cellulare a scuola è sicuramente un fattore positivo che può spronare gli studenti a fare nuove conoscenze. 

Il progresso tecnologico non va di certo denigrato, ma deve essere accompagnato da una parallela evoluzione umana.

                             Caterina Foiani e Susanna Ambrogi

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