LA SCIENZA AL SERVIZIO DELLA SICUREZZA
Intervista all’Ingegnere Lorenzo Benedetti

 Il  degrado e l’invecchiamento  in cui versano strade, ponti e viadotti è un problema molto sentito nel nostro paese. Ne parliamo con Lorenzo Benedetti , ex alunno del Liceo Jacopone da Todi che ha deciso di fare di questa causa il suo lavoro. 

 So che  sei stato uno studente del liceo Jacopone da Todi  quindi è doveroso chiederti come hai maturato l’interesse verso lo studio dell’ingegneria e soprattutto qual è  l’input che il liceo, ed in particolare l’indirizzo che hai scelto, ti ha dato verso questa materia?

Ho frequentato il liceo scientifico, quindi già di  principio sono partito un po’ indirizzato verso questo ambito, però c’è stato anche lo stimolo da parte dei professori, sia delle materie scientifiche che di quelle umanistiche, ad affacciarsi alla realtà universitaria. In principio non ero così deciso sulla scelta da fare, verso la fine del quarto anno ho individuato nella facoltà di ingegneria una delle potenziali, ma solo alla fine del quinto ho definitivamente deciso di abbracciare questo ambito, perché ero particolarmente appassionato alle materie scientifiche, soprattutto la fisica e la matematica. L’ingegneria è un po’ l’applicazione di queste materie ed è quella che permette di avere un impatto sul mondo reale. Sicuramente  anche  le altre competenze che il liceo mi ha dato sono state fondamentali: per esempio l’italiano  mi ha insegnato ad esprimermi e quindi a interagire con le persone, cosa fondamentale in qualunque tipo di lavoro; ho apprezzato molto anche lo studio dell’inglese, che è risultato da subito utile, e anche lo studio del latino che, nonostante non abbia a che fare con il mio campo di studi, ha sviluppato in me una capacità di utilizzo della logica.

Durante gli studi universitari  come nasce l’idea della creazione della startup, perché hai sentito  l’impulso di crearla e, soprattutto, nel mercato non c’è nulla di simile? 

L’idea della creazione della  startup non viene tanto dall’ università, è più un’attitudine personale; sono sempre stato curioso di provare a creare qualcosa del genere, ma  all’inizio avevo intenzione di  farmi un po’ le ossa in un ambiente industriale, da dipendente; durante gli anni di dottorato, però, ho avuto l’occasione di collaborare con dei ragazzi molto intelligenti e volenterosi di imbarcarsi in un progetto ambizioso e così, lo scorso agosto, abbiamo deciso di mettere a frutto gli studi intrapresi e abbiamo aperto questa attività. Chiaramente non siamo gli unici, ma crediamo di avere le competenze e la determinazione giusta per fare la differenza. Ovviamente ci sarà competizione, ma credo che la chiave sia la volontà e una solida preparazione.

 Quali sono  le caratteristiche salienti del progetto?

L’ambito del progetto  è la manutenzione delle Infrastrutture, prevalentemente concentrato su quelle viarie quindi strade, ponti e viadotti, che sono degli elementi di connessione importantissima, ma  sono anche soggetti a grandi problematiche dal punto di vista dell’invecchiamento strutturale. A causa dell’aumento del traffico, per esempio, c’è un’intensificazione delle sollecitazioni, le quali aumentano ancora  anche a causa di problematiche dovute ai cambiamenti climatici, o , come nel caso dell’Italia a causa di eventi sismici. Quello che facciamo è aiutare  i gestori delle Infrastrutture a mantenerle e monitorarle per prevenire danni alla circolazione e crolli. La nostra idea è quella di installare dei sensori che misurano alcuni parametri vitali dei ponti ( ad esempio le vibrazioni) che poi noi andremo ad analizzare trasformandoli in informazioni utili a chi gestisce l’infrastruttura , in modo da mantenerla nella maniera più adeguata. Ci siamo messi in questo mercato perché ad oggi questa attività viene fatta prevalentemente attraverso ispezioni visive che rimangono però piuttosto soggettive, noi cerchiamo di aumentare gli strumenti in possesso di chi svolge questo compito per farlo nella maniera più efficace ed oggettiva possibile.

A proposito di tecnologie, dato l’incremento delle intelligenze artificiali, quali credi che possano essere i contributi di quest’ultime anche in questo ambito?

Noi lavoriamo molto con le intelligenze artificiali, queste, di per sé, non svolgono alcun ruolo, ma sono degli strumenti potentissimi per lavorare ed elaborare grandissime quantità di dati; il monitoraggio di ponti tramite sensori, per esempio, è una cosa che si fa già da molti anni, ma quello che è cambiato, visto l’invecchiamento massiccio delle reti, è la necessità di monitorarne un gran numero. Quindi  non è più possibile concentrarsi sulla singola struttura, ma dobbiamo utilizzare  il più possibile sinergie  legate alla somiglianza di numerose opere. Questo significa aumentare esponenzialmente i dati che andiamo a raccogliere, che se non elaborati in maniera efficiente, tramite appunto  intelligenze artificiali, diventano inefficaci. Quello che noi dobbiamo fare è quindi imparare a mettere questa tecnologia al servizio della mente e delle conoscenze umane.

Avete previsto di estendere il vostro progetto anche fuori dall’Italia? C’è stato interessamento da parte di soggetti esteri?

Da definizione una start up è un’attività che mira ad una veloce espansione, quindi teoricamente non ci sono grandi vincoli dal punto di vista territoriale. Siamo partiti dall’Italia per due motivi : il nostro paese fa da pioniere in Europa per investimenti e necessità di interventi per la  preservazione del parco infrastrutturale, ed è quindi un buon terreno dove iniziare questo lavoro, in più, avendo fatto dei dottorati qui e in questo ambito,  conosciamo bene il campo legislativo. Un altro grande palcoscenico sono gli Stati Uniti e il laboratorio presso il quale ho lavorato durante il mio anno all’estero in America farà da apripista per questa transizione in cui crediamo fortemente. Il piano è quindi quello di gestire e consolidare la tecnica all’interno del nostro territorio, per poi scalare quanto prima in altri stati, dato che questo argomento è comune a tutte le nazioni.

Noi di Sottob@nco, consci che il viaggio di Lorenzo iniziato tra le mura del nostro Liceo lo porterà veramente lontano, non possiamo che augurare buona fortuna a lui e alla sua nuova attività!

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