San Fortunato visse nel VI secolo e fu Vescovo di Todi durante gli anni delle guerre greco-gotiche (535-553): con la sua testimonianza cristiana difese la cittadinanza nel duro periodo che stava affrontando. San Fortunato è patrono di Todi e uno dei patroni della diocesi di Orvieto-Todi e la sua festa ricorre il 14 ottobre. Fortunato svolse il ministero di Vescovo tra il 528, anno in cui morì il precedente Vescovo Callisto, e il 550 circa. All’epoca Todi era una cittadina gota di fondamentale importanza, data la sua posizione strategica: dominava, infatti, l’area del fiume Tevere, controllava la via Amerina ed era vicina alla via Flaminia. Nel 537 era rimasta una delle ultime città sulla via Amerina da cui poter bloccare l’avanzata dei Bizantini, ma fu conquistata nel giugno del 538, quando le truppe dei Goti si arresero ai Bizantini, che avevano preparato trinceramenti per assediare la cittadina. A motivo del gravoso sistema fiscale applicato sulla popolazione stremata dalla guerra, il nuovo dominio bizantino risultò instabile, tanto che nel 545 Totila, conte goto di Treviso, riconquistò l’Italia, in particolare le città lungo la via Flaminia, tra cui probabilmente anche Todi. La dominazione gota di Totila non durò molto, infatti nel 552 il generale bizantino Narsete riconquistò tutta l’area umbra, ma proprio nel corso del breve dominio goto Fortunato era Vescovo di Todi.
Gran parte delle informazioni agiografiche su San Fortunato provengono dai “Dialoghi” di San Gregorio Magno, scritti tra il 593 e il 594. Nei “Dialoghi”, in generale, Fortunato è presentato come “un uomo di venerabile vita”, dotato della grazia di operare esorcismi e sono riportati alcuni miracoli compiuti da Dio Padre per mezzo di San Fortunato. In particolare, al capitolo 10 del libro I, è raccontata, tra le altre, la vicenda di due bambini che erano stati rapiti dai Goti. Il Vescovo Fortunato parlò ai capi goti come mediatore chiedendo loro di restituire i due bambini. I Goti tuttavia partirono e Fortunato cadde da cavallo e si ruppe il femore: dopo aver asperso la gamba con dell’acqua benedetta, la frattura si risanò. Alla fine il Vescovo riuscì ad ottenere la liberazione dei bambini. Da tale episodio si può comprendere come, nel periodo successivo alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, nelle città l’amministrazione civile era garantita dal Vescovo, data l’assenza di funzionari. Tra gli altri miracoli riportati, Papa Gregorio Magno riferisce che una volta un uomo, dal momento che aveva perso la vista, chiese a Fortunato di pregare per lui: così, dopo che il Vescovo gli ebbe fatto il segno della Croce sugli occhi, l’uomo tornò a vedere. Un’altra volta, un cavallo affetto dalla rabbia, tale per cui nessuno gli si voleva avvicinare, fu portato da Fortunato: dopo che il Vescovo ebbe fatto segno della Croce, il cavallo divenne mansueto. O ancora, un sabato Santo, morì a Todi un uomo di nome Marcello e le sue due sorelle chiamarono Fortunato a pregare per lui. Il Vescovo si recò quindi a pregare vicino al defunto e questi fu risuscitato da Dio Padre.
A Todi, proprio di fianco alla sede centrale del Liceo “Jacopone da Todi”, è situata la chiesa di San Fortunato, dedicata al Santo Patrono. L’edificio, che sorge su una struttura paleocristiana, nel 1198 era già completato, anche se subì varie modifiche nel corso dei secoli. Nel 1580, su disposizione del Vescovo di Todi Angelo Cesi, l’altare della chiesa fu spostato più vicino al coro e dove sorgeva in precedenza furono trovate casse contenenti le Reliquie dei Santi Callisto e Cassiano Martiri e Vescovi, Fortunato Vescovo e delle Sante Romana e Degna vergini. Tali Reliquie furono poste nella cripta sottostante l’altare maggiore, fatta costruire appositamente. Questa traslazione è attestata dall’iscrizione presente sul sarcofago contenente le Reliquie di San Fortunato.
Ogni anno, in occasione della festa di San Fortunato, a Todi si tiene la tradizionale rievocazione storica, che riporta la città al XIII secolo: sono organizzati spettacoli di giullari, di falconieri e di tamburini. Centro della manifestazione è la Disfida di San Fortunato, una serie di gare di tiro con l’arco cui partecipano arcieri provenienti da tutta Italia.
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