Il test di accesso alla facoltà di medicina rappresenta il primo ostacolo da affrontare per gli aspiranti medici del futuro: determinazione, tecnica e tenacia sono le carte di battaglia indispensabili per la riuscita di questo grande sogno.
L’accesso programmato, discusso e dibattuto per le sue modalità, è necessario a compiere una scrematura tra la domanda e la richiesta effettiva di personale medico sanitario; senza quest’ultimo vi sarebbe un surplus di studenti, un numero che le nostre facoltà non supporterebbero e che intaccherebbe il sistema sanitario creando disoccupazione.
La pandemia ha amplificato le problematicità di questo settore, mettendo in ginocchio quello che viene considerato uno dei sistemi sanitari migliori al mondo. La guerra invisibile è stata combattuta negli ospedali, trincee documentate da medici e infermieri portati allo strenuo da turni di lavoro interminabili.
Vite umane che cercano di salvare altre vite umane, ma nel gioco della guerra- si sa- c’è sempre uno sconfitto, e nello spaventoso ammontare delle perdite causate dal Covid-19 figurano anche i nomi di coloro che erano in prima linea a combattere per salvare gli altri.
La politica si propone ora di supplire alla carenza di personale aumentando i posti di accesso disponibili alla facoltà di medicina oltre i 20.000, possibilità che potrebbe avverarsi sin dal prossimo anno accademico.
Non c’è più tempo da perdere, il nostro Paese necessita di nuove file di camici bianchi.
In concomitanza con questo “numero chiuso meno chiuso” stanno nascendo nuovi poli universitari pronti ad ospitare l’affluenza degli studenti. Nuovi centri diffusi in tutto il territorio italiano permettono la fruibilità dell’insegnamento della medicina da nord a sud, in oltre 90 sedi universitarie.
Per l’anno corrente 2024 sono state disposte due date d’esame, 28 maggio e 30 luglio, eclissando la tradizionale prova unica cartacea di settembre degli anni passati ma, soprattutto, il Tolc- Med, sperimentato l’anno scorso e già clamorosamente fallito.
Al termine delle valutazioni ogni partecipante presenterà in graduatoria il punteggio più alto stabilito tra le due prove, concorrendo con quello alla vittoria del concorso. Le candidature avanzate sono all’incirca 50.000, di conseguenza due aspiranti medici su cinque potranno realizzare il proprio sogno.
La modalità TOLC computer based è stata quest’anno scartata in favore del vecchio test cartaceo. Venti giorni prima di ogni prova il Ministero dell’università e della ricerca MUR renderà pubblica la banca dati contenente la totalità dei 3500 probabili quesiti della prova ufficiale, manovra difensiva visti i numerosissimi ricorsi avanzati negli ultimi mesi.
Difatti i test erogati per l’anno 2023 dal Consorzio Interuniversitario per il Coordinamento Test d’Ingresso (CISIA) erano stati considerati invalidi dal Tar del Lazio, in seguito agli oltre 3000 ricorsi presentati. La modalità del tutto innovativa prevedeva una serie di cinquanta domande estratte a sorte per ogni singolo candidato dal database del sistema. Il punteggio ottenuto per ogni quesito veniva poi stabilito dall’equalizzatore, un algoritmo che ne calcolava il valore sulla percentuale dei candidati che avevano risposto correttamente, valutando maggiormente i quesiti centrati dal minor numero di persone. I dubbi legati al funzionamento di questo strumento matematico hanno indotto molti che credevano di esserne stati sfavoriti a ricorerre alle vie legali.
La graduatoria degli scorrimenti è stata di conseguenza messa in stand by per qualche mese fino allo scorso 10 aprile, quando il Consiglio di Stato ha ristabilito la validità delle prove.
Il test cartaceo sarà composto da 60 quesiti da risolvere in 100 minuti. Il questionario rimane come sempre interdisciplinare, coinvolgendo infatti diverse materie quali logica, cultura generale, biologia, chimica, fisica e matematica.
Un’ulteriore sfida sarà contro lo stesso tempo; al termine della prova verranno attribuiti 1,5 punti per ogni risposta corretta, 0 punti per i questi irrisolti e -0,40 punti per ogni quesito errato. L’anno corrente si propone come un anno di transizione, cuscinetto tra le vecchie modalità ampiamente contestate e la riforma che il Ministero dell’Istruzione promette di avanzare per il 2025.
La medicina è la scienza della vita umana, la disciplina che ci permette di conoscere come siamo fatti, le cellule che formano il nostro cuore, il nostro cervello e i meccanismi che regolano la trama della nostra esistenza. Conoscere la materia e l’essenza del corpo che la natura ci ha donato offre la possibilità all’uomo di migliorare le proprie condizioni di vita, aspirando ad un’esistenza più longeva e benevola. La magia del progresso, implacabile sete di uomini che sin dall’antichità hanno ricucito i fili di vite destinate ad essere spezzate. Nella linea sottile tra la vita e la morte si insinua la figura del medico, responsabile della preservazione del miracolo della vita, che si ripete, con pochi cambiamenti, dall’origine dei tempi.
Possiamo dire, orgogliosamente senza alcun tentennamento, che i medici italiani si qualificano tra i migliori al mondo, capaci di sacrificare i loro affetti per dedicarsi agli altri, a persone sconosciute ma per le quali, nel momento del bisogno, sono stati in grado di aprire i loro cuori e dare tutto ciò che avevano. Il test di ammissione alla facoltà di medicina, seppur con le sue discusse problematicità, è il trampolino di lancio per i dottori del domani, dimostrazione di come la determinazione e la totale dedizione agli altri sappiano affrontare le barriere del nostro sistema.
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