Immagina di lasciare tutto: amici, famiglia, scuola, le tue abitudini quotidiane. È esattamente quello che ho fatto quando ho deciso di trascorrere il quarto anno di liceo all’estero. Mi chiamo Ambra Ortenzi e ho vissuto un’avventura che non dimenticherò mai. Questo anno fuori dall’Italia mi ha sfidata e, soprattutto, cambiata. In questo articolo vi porto con me in un viaggio fatto di scoperte, sfide e crescita personale.
Ho sempre avuto il sogno di partire, di vivere una vita completamente diversa e sperimentare il fascino di una nuova cultura. Desideravo vedere il mondo con occhi diversi, aprirmi a nuovi orizzonti e uscire dalla mia comfort zone. Sentivo il bisogno di crescere, sia come persona sia dal punto di vista delle mie conoscenze sulla vita. L’anno all’estero mi sembrava la perfetta opportunità per farlo. Non volevo solo imparare una lingua o seguire un percorso accademico diverso, ma anche mettermi alla prova in un ambiente nuovo e, soprattutto, sconosciuto. E l’Irlanda mi è sembrata la meta perfetta.
Guardando indietro, i primi giorni in Irlanda sono stati molto impegnativi, e al tempo non me ne sono neanche resa conto: ero colma di adrenalina per essere finalmente partita e aver realizzato il mio sogno, e questo mi ha permesso di concentrarmi su tutte le nuove scoperte piuttosto che sulla nostalgia di casa. Ero curiosa di esplorare ogni aspetto del luogo che stava per diventare la mia nuova casa, e questa curiosità mi ha aiutato a non abbattermi. Detto ciò, è ovvio che ci siano state giornate no, momenti in cui l’unica cosa a cui pensavo era la lontananza da casa, ma sapevo che quelle sensazioni sarebbero state solo temporanee.
Il sistema scolastico irlandese è molto diverso rispetto a quello italiano. La differenza più evidente è che in Irlanda sono gli studenti a cambiare aula ogni ora. Nella mia scuola, che era mista, si indossava la divisa, anche se ci sono molte occasioni, come Halloween o Natale, in cui non era obbligatoria.
L’approccio all’insegnamento è molto più pratico rispetto all’Italia e il carico di studio è decisamente inferiore. Le lezioni sembrano più delle conversazioni tra studenti e insegnanti, e non ci sono interrogazioni né molte verifiche scritte. Un dettaglio che mi ha colpito particolarmente è che venivano offerti toast e cornetti la mattina per chi arrivava presto con l’autobus.
Riguardo le maggiori difficoltà che ho dovuto affrontare durante il mio anno all’estero, nella lista sono sicuramente incluse, come già accennato prima, la mancanza di casa e l’adattamento a una nuova famiglia. Ritrovarsi a vivere dall’altra parte del mondo, con la costante nostalgia di ciò che avevo lasciato in Italia, è stato più arduo di quanto immaginassi, soprattutto abitando in una casa estranea.
Tuttavia, la sfida più grande è stata condividere la camera con una ragazza sconosciuta che per di più non parlava neanche la mia lingua. All’inizio ero entusiasta di avere una compagna con cui affrontare questa avventura, ma ben presto mi sono resa conto che vivere 24 ore su 24 insieme non sarebbe stato tutto rosa e fiori. Col tempo, però, abbiamo imparato a conoscerci, adattandoci l’una all’altra e stringendo un legame che, nonostante tutto, è cresciuto.
Un’altra difficoltà che non avevo per nulla considerato prima di partire è stata il dover dire addio a molte delle amicizie che avevo costruito. La maggior parte dei miei amici erano altri exchange student, ma non tutti avevano scelto di restare per un anno intero. Mentre io continuavo il mio percorso, molti di loro lasciavano l’Irlanda dopo quattro, cinque o sei mesi. Verso la metà dell’anno mi sono ritrovata a fare i conti non solo con la nostalgia di casa, ma anche con quella degli amici che avevo incontrato.
Nonostante le difficoltà, ci sono stati tanti momenti che ricordo con affetto. Uno di questi è stato quando le mie host sister mi hanno preparato una torta a sorpresa per il mio compleanno. In quel periodo, molte delle mie amiche erano già partite e il gesto delle mie “sorelle” ha reso la giornata decisamente più bella. Le pause pranzo, poi, sono state un altro dei momenti migliori: univamo i tavoli e ridevamo senza sosta. Quel clima di allegria ci ha permesso di superare anche i giorni più difficili.
Un altro ricordo indimenticabile è stato il mercatino di Natale organizzato dalla scuola. Ci è stato chiesto di creare uno stand di cibo italiano. Ma forse il momento più emozionante è stato l’ultimo giorno. Siamo rimasti svegli tutta la notte, ridendo, piangendo e riflettendo su tutto l’anno trascorso insieme. Abbiamo salutato i nostri amici irlandesi e ci siamo promessi di rivederci prima o poi. I legami nati in Irlanda, mi hanno poi portato anche nuove opportunità una volta tornata in Italia. Grazie a queste amicizie internazionali, ho trascorso un’estate piena di viaggi, esplorando non solo l’Italia, ma anche altri paesi. So che queste relazioni dureranno nel tempo, perché, nonostante la distanza, ci siamo sostenuti in un’esperienza che ci ha cambiati profondamente.
Il volo di ritorno non l’ho fatto da sola: l’unica amica rimasta dall’inizio alla fine, era con me. Quel volo di due ore e mezza lo ricorderò per sempre, così come le lacrime che ho versato quando l’ho dovuta salutare. In quel momento ho capito che stavo salutando non solo lei, ma anche tutto quello che avevo vissuto in quel piccolo paesino chiamato Ballyconnel, nella contea di Cavan.
L’anno all’estero è stata una delle esperienze più transformative della mia vita. Mi ha permesso di esplorare non solo una nuova cultura, ma anche me stessa, sfidandomi continuamente e portandomi fuori dalla mia zona di comfort. Ogni difficoltà che ho incontrato mi ha resa più forte, più consapevole di cosa sia veramente importante e di come affrontare gli ostacoli con più determinazione e meno paura. Ho imparato a distinguere cosa merita davvero la mia energia e cosa, invece, posso lasciare andare.
I momenti più difficili sono stati paradossalmente quelli che hanno contribuito maggiormente alla mia crescita. So che non si smette mai di crescere ed imparare ma mi sono resa conto di aver fatto cose che un anno prima consideravo impossibili, ogni “lezione” appresa durante quest’anno mi ha formata, facendomi capire quanto sia importante affrontare con coraggio anche le situazioni più incerte. Nessuno può davvero comprendere cosa significhi uscire così drasticamente dalla propria comfort zone fino a quando non lo vive in prima persona. Quell’esperienza mi ha dimostrato che la capacità di cambiare la nostra vita è nelle nostre mani e che solo noi possiamo scegliere chi essere.
L’esperienza ha avuto un impatto significativo anche sui miei obiettivi accademici e professionali. Prima di partire, avevo già un’idea di cosa volessi fare, ma vivere all’estero mi ha aiutato a chiarire ancora di più le mie intenzioni. In fin dei conti, ho realizzato che, nonostante l’arricchimento che un’esperienza internazionale può offrire, preferisco restare in Italia per proseguire i miei studi universitari.
L’indipendenza che ho acquisito quest’anno mi ha reso più sicura e consapevole delle sfide legate al viaggiare e al vivere da sola. Anche se ancora non ho le idee chiare sul percorso professionale che intraprenderò, sono certa che viaggiare sarà sempre una delle mie priorità.
Se dovessi dare un consiglio a uno studente che sta pensando di fare un anno all’estero, direi innanzitutto di affrontare questa esperienza senza aspettative troppo rigide. Spesso, le aspettative non corrispondono alla realtà, e può essere più gratificante lasciarsi sorprendere dall’inaspettato piuttosto che rimanere delusi da ciò che ci si immaginava. È normale avere paura, ma proprio quella paura può essere uno stimolo per partire. Nessuno è mai completamente pronto, e non lo ero neanche io, ma è stato proprio questo a darmi la forza per lanciarmi in quest’avventura.
In conclusione, l’anno all’estero non è stata solo un’esperienza accademica, ma una vera e propria avventura di crescita personale. Ho imparato a conoscere meglio me stessa, a superare ostacoli che prima sembravano insormontabili e a guardare il mondo con occhi diversi. Ho scoperto nuove culture, creato legami che porterò sempre nel cuore e capito l’importanza di accogliere le sfide come opportunità di crescita.
Tornare alla vita di tutti i giorni, con una prospettiva più ampia e una maggiore consapevolezza, per quanto sia tuttora difficile, mi ha reso felice e soddisfatta della scelta che ho fatto. Se c’è una cosa che consiglio a chiunque stia valutando di vivere un anno all’estero, è di buttarsi, di abbracciare l’ignoto e lasciarsi stupire da ciò che il mondo ha da offrire.
Ambra Ortenzi
Lascia un commento