"Ho scritto su Jacopone per comunicare la vita e le vicende del frate in modo avventuroso ad un pubblico giovanile e farlo scendere così dal piedistallo degli studi filologico-accademici, così come dal misticismo religioso esagerato. Inoltre mi interessava proiettarlo nel futuro ipertecnologico del futuro, i cui prodromi stiamo già sperimentando nel presente."
E se Jacopone da Todi potesse magicamente tornare ora o tra mille anni, voi come ve lo immaginereste? Come parlerebbe, chi incontrerebbe di nuovo e, soprattutto, riuscirebbe ad integrarsi in una dimensione completamente diversa?
Queste sono le domande che il tuderte Andrea Carbonari, ex studente del Liceo intitolato proprio a Fra’ Jacopone e docente di italiano, tedesco e francese in una scuola media e superiore vicino a Colonia, in Germania, pone nel suo libro Ci sarà una volta…Jacopone, un’opera che immagina il ritorno del frate-poeta nella sua amata terra d’origine nel futuro, proiettandolo direttamente nell’anno 3000. Il volume trasporta i lettori in un viaggio affascinante che intreccia storia, leggenda e una profonda riflessione sul rapporto dell’umanità con il tempo ed è stato presentato alla classe II AS, in un incontro/conferenza promosso dalla docente di Lettere Anna Maria Milordini, ex compagna di classe di Andrea Carbonari.
L’autore decide di ispirarsi alla storia di Jacopone, frate e poeta del XIII secolo, una figura chiave della spiritualità medievale. Nato nel 1236, iniziò la sua vita come avvocato, ma la tragica morte della moglie Vanna lo spinse a intraprendere un cammino spirituale che lo portò a diventare frate francescano.
Il libro mescola fatti storici con finzione speculativa, nella quale Jacopone riappare in un contesto modernizzato. Il frate decide di ritornare a Todi per vedere come stanno le cose e rendersi conto dei cambiamenti ma la città gli appare irriconoscibile. Una “cittadella cibernetica” con edifici cubici, conici, di vetro, macchine volanti, droni e strade percorse da robot e umanoidi con strani elmi ed antenne, concentrati sugli schermi dei loro smartphone e trasportati da uccelli di ferro. Vorrebbe scapppare ma incontra alcuni ragazzi, giovani del futuro, che non sanno nulla di lui e tra loro nasce quasi un’amicizia: con il “teletrasporto”, attraverso un casco, il frate viene riportato (quasi fosse una proiezione video) nella sua epoca, nella Todi medievale, dove rivive gli avvenimenti della propria vita, dall’infanzia alla giovinezza dissoluta, dalla conversione alle pratiche ascetiche fino al conflitto con Papa Bonifacio VIII, alla prigionia e alla morte, mentre i ragazzi lo rendono partecipe di ologrammi, avatar, proiezioni di vita dal passato al futuro e intelligenze artificiali.
La sua storia si intreccia con la tecnologia avanzata di questo mondo: potranno incontrarsi il Medioevo del frate e il futuro robotizzato dei giovani? La capacità di Jacopone di osservare il passato e il futuro in un unico sguardo lo rende un personaggio sempre attuale. La sua esperienza ci insegna che il progresso tecnologico non dovrebbe mai farci perdere di vista ciò che ci rende autenticamente umani: le emozioni, la fede e il desiderio di conoscenza. In questo modo Jacopone diventa un ponte tra passato e futuro, tra storia e leggenda, rimanendo una guida per chi cerca risposte nei momenti più complessi della vita.
L’autore stesso crea un ponte tra due mondi apparentemente incompatibili e riesce a far emergere una verità universale: anche in un’epoca di tecnologie fantascientifiche, l’umanità e la spiritualità di Jacopone hanno ancora qualcosa da dire. Un momento particolarmente significativo del libro emerge attraverso una riflessione che lo stesso Carbonari ci propone: “Ieri sarà quel che domani è stato?”. Con queste parole, l’autore invita i lettori a interrogarsi sul rapporto tra passato e futuro, aprendo uno spazio di riflessione sul significato del tempo e su come le nostre esperienze siano parte di un ciclo continuo, in cui ciò che accade oggi è inevitabilmente connesso a ciò che è già accaduto e a ciò che accadrà.
Quindi, perché leggere Jacopone da Todi? Perché, come ci suggerisce Ci sarà una volta…Jacopone, i suoi versi e il suo percorso di vita ci ricordano che la ricerca della realtà, dell’amore e della pace interiore è un viaggio che tutti, prima o poi, dobbiamo affrontare. Un viaggio che, sebbene iniziato molti secoli fa, ci parla ancora oggi, offrendoci spunti di riflessione e crescita. In un’epoca in cui siamo spesso travolti dalle distrazioni e dalle superficialità, la figura di Jacopone ci invita a fermarci, a guardarci dentro e a cercare qualcosa di più profondo.
Il romanzo, dunque, non solo è una rilettura della vita di Jacopone, ma una meditazione sulla magnanimità, sul progresso evolutivo e sul senso della religiosità in un mondo sempre più dominato dalla scienza.
Elena Vecchietti e Lucia Rosetti
Grazie ragazze/i, ottimo lavoro!!
Mi ha fatto molto piacere incontrarvi e farvi conoscere alcuni aspetti di Jacopone, che ci parlano ancora e ci spingono a comprendere meglio il mondo in cui viviamo e verso cui siamo proiettati. L’articolo, molto accurato e circonstanziato, riflette perfettamente gli aspetti trattati e si apre a nuovi quesiti, destinati, forse, a restare sempre aperti e insoluti.
Complimenti e grazie ancora!
Andrea Carbonari