IL METODO TODI: UN “ABBRACCIO” SPECIALE

TODI – Nel 2003 nasceva a Todi la Residenza Palazzo Francisci, la prima struttura extra-ospedaliera deputata al trattamento di pazienti con Disturbi del Comportamento Alimentare. Tutti sappiamo cosa sono: si parla spesso di anoressia, bulimia e binge eating disorder. Banalmente possono essere ridotte ad un cattivo rapporto con il cibo, che viene visto come un nemico, come quella cosa che allontana dall’idea del corpo perfetto, troppo spesso proposta dai social media e dalla società. Se si pensa che queste malattie diano problemi solo alle adolescenti purtroppo si sbaglia: vengono diagnosticate ad un numero sempre maggiore di adulti, ma in alcuni casi anche a bambini a partire dai 6 anni, e si diffondono anche nel genere maschile (circa il 30% dei casi). Parliamo quindi di un insieme di malattie subdole e invisibili, capaci di portar via non solo l’appetito, ma spesso anche il sorriso. Proprio per questo i pazienti che ne sono affetti hanno bisogno di un posto in cui essere accolti, ascoltati. Di non avere costrizioni, finestre sbarrate, e di non essere seguiti da specialisti dal camice bianco. Hanno bisogno di AMORE.

Questa è stata la geniale intuizione di Laura Dalla Ragione, psichiatra psicoterapeuta, direttore della rete Dca Usl Umbria 1, che nello scorso mese di dicembre è stata insignita del titolo di cittadina onoraria. Questo premio, spiega il sindaco Antonino Ruggiano: “È il riconoscimento che una comunità dà ai cittadini distinti, che danno lustro alla città stessa. Sono onorato del fatto che Todi ospiti il centro, perché il primo soggetto ad aver ricevuto una cura da parte del Palazzo Francisci è stata proprio la nostra città. È un posto che abbatte i taboo su quanto sia necessario occuparsi della sanità mentale, e quindi dona ai cittadini una speranza per il futuro. Spero che il metodo “Todi” (chiamato così dalla stessa dottoressa) per la cura dei DCA, continui a diffondersi, e a far aprire altre strutture” . Questo è già stato fatto per  il Centro DAI di Città della Pieve, il Centro DCA Ambulatoriale di Umbertide, e per l’altro centro situato a Todi: il Nido delle Rondini, un centro diurno che svolge la funzione di “cuscinetto” tra la vita nella residenza e la guarigione. “La caratteristica principale di queste strutture – spiega Laura Dalla Ragione – è che con questo metodo cercano di dare ai loro pazienti, sempre più giovani, il sostegno emotivo di cui hanno bisogno. Un esempio di questo è il fatto che sia stata abolita la parentectomia, ovvero l’allontanamento dei genitori, che prima erano visti come un ostacolo nella cura dei DCA. Con il metodo Todi viene consigliato ai genitori di entrare a far parte dell’associazione ”Mi fido di te”, il cui scopo è quello di fare da tramite tra i pazienti, le famiglie e i Servizi, per garantire una rete di comunicazione, relazione e informazione“. Alla base di tutte queste idee però, c’è una frase del filosofo greco Plotino: ”L’anima ha bisogno di un luogo”. Essendo anche il titolo di uno dei suoi libri, Dalla Ragione trova quest’affermazione molto rappresentativa della realtà che ha creato, perché crede fermamente che ogni persona abbia bisogno di un posto per ricercare sé stesso, in ogni sua sfaccettatura. Oggi sono circa 55 milioni le persone affette nel mondo, di cui 3 milioni in Italia: di fronte a quest’epidemia sempre più grave e dilagante, non si può più ignorare il problema, però si può cercare di ridurne i danni, sia offrendo aiuto e sostegno sia informandosi. Un ultimo suggerimento che viene dato per concludere la premiazione potrà sembrare molto semplice: abbracciare chi ci circonda. Citando la celeberrima poetessa Alda Merini, “Ci si abbraccia per ritrovarsi interi”.

Sono solo sei parole, eppure ragionandoci un po’ hanno un significato immenso.

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