
L’ippoterapia, meglio detta terapia con il mezzo del cavallo, non riguarda l’apprendimento delle abilità necessarie a cavalcare, ma è l’insieme di tecniche che prevedono l’utilizzo dei cavalli per migliorare lo stato di salute di un soggetto umano. Affinché questo metodo di cura risulti efficace, l’ippoterapia dev’essere esercitata da un’équipe integrata, da personale specificamente qualificato e tecnicamente preparato. Ne vediamo un esempio a Pian di San Martino dove il Circolo Ippico Tuderte, di proprietà di Irene Passeri, offre questo tipo di terapia.
A CHI E RIVOLTA L’IPPOTERAPIA?
È importante, per chi si occupa di ippoterapia, riconoscere e valorizzare le potenzialità delle persone. Ai giorni nostri l’ippoterapia è rivolta a soggetti con determinate patologie o condizioni, come per esempio: il morbo di Alzheimer, la SLA, Ictus, depressione o schizofrenia. Vengono inoltre predisposti interventi per persone con disturbi generalizzati dello sviluppo e quindi quei disturbi che riguardano la sfera relazionale e delle capacità comunicative, come la sindrome di Asperger, il disturbo di Rett, la sindrome fetale da alcool, il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), la sindrome di Down o il morbo di Parkinson. Per questo gli interventi non sono standard ma predisposti e studiati in base alle caratteristiche peculiari di ogni singola persona.
BENEFICI DELL’IPPOTERAPIA
Benefici socio-affettivi
Tra il “cavaliere” e il cavallo si instaura un legame affettivo così che l’attrazione per l’animale e la motivazione a interagire con esso può aiutare l’individuo ad aprirsi verso l’esterno.
Benefici fisici
L’ippoterapia, dal punto di vista fisico, può portare a un miglioramento di equilibrio, tono muscolare, coordinazione e postura. Soprattutto nei pazienti che hanno subito una lesione, l’andare a cavallo riporta armonia nel corpo, poiché tutti i gruppi muscolari vengono stimolati in modo simmetrico.
Benefici cognitivi-sensoriali
Il lavoro con il cavallo e l’ambiente, in cui questo viene svolto, hanno effetti sulla stimolazione cognitiva; si nota un miglioramento nella concentrazione, nella logica, nella memoria e nella sensibilità
Benefici psicologici e comportamentali
Lungo il percorso terapeutico, al paziente verranno affidati compiti e piccole responsabilità riguardanti la cura del cavallo. Queste attività permettono di accrescere sicurezza e autostima nell’utente, il quale percepisce la fiducia nei suoi confronti.
Benefici fisiologici
Dal punto di vista biochimico, il contatto con il cavallo è un’attività che facilita il rilascio di endorfine, i neurotrasmettitori che aiutano a ridurre lo stress.
DESCRIZIONE E FASI
Nell’ippoterapia si distinguono quattro fasi fondamentali:
- “Maternage”: in questa fase iniziale il paziente, insieme al terapista, comincia il suo primo approccio al cavallo.
- “Ippoterapia propriamente detta”: tipo di trattamento in cui la persona non deve fare esercizi attivamente, ma semplicemente risponde in modo naturale ai movimenti del cavallo e agli altri stimoli che arrivano da esso. In pratica, il cavallo si muove e la persona reagisce a questi movimenti senza doverli controllare direttamente.
- Riabilitazione equestre: in questa fase il paziente controlla direttamente il cavallo attraverso le proprie azioni.
- Re-inserimento sociale: punto di arrivo ottimale di tutto il programma terapeutico, il paziente sembra aver superato i deficit psicomotori originari che erano di ostacolo alla piena affermazione della persona.
NUOVO CIRCOLO IPPICO TUDERTE: IRENE PASSERI
Come già accennato, a Todi abbiamo un esempio pratico di ippoterapia; qui riportiamo un’intervista a Irene Passeri, in quanto esperta e conducente di ippoterapia e mia istruttrice di equitazione.
In cosa sei specializzata?
«Io sono psicologa psicoterapeuta sono specializzata in psicoterapia psicodinamica presso una scuola di psicoterapia romana. Sono iscritta all’ordine degli psicologi e degli psicoterapeuti dell’Umbria e specializzata in riabilitazione equestre presso l’A.N.I.R.E. di Milano. Sono responsabile del progetto e referente di intervento per Terapie Assistite degli Animali (TAA). Sono stata docente per il modulo di psicologia presso un centro di formazione regionale nel corso di formazione, per diventare operatore di interventi assistiti con gli animali».
Che tipo di attività svolgi?
«Dal 2012 svolgo l’attività di riabilitazione equestre e di intervento assistito dal Cavallo privatamente con utente sia in età evolutiva che adolescenti e adulti».
A quali progetti hai partecipato?
«Un progetto rilevante che ho fatto è stato un progetto di ricerca finanziato nella regione Umbria per la valutazione dell’efficacia della IPPOTERAPIA con bambini con diagnosi di disturbo dello spettro autistico. In questo progetto sono stati effettuati i test pre e post intervento dai quali è emerso il miglioramento della disponibilità relazionale e di alcune specifiche capacità cognitive nel campione di bambini sottoposti all’intervento».
Questi progetti interessano anche le scuole?
«Ogni anno vengo coinvolta dalle scuole di vario grado (liceo, scuole elementari, medie o asili) per offrire delle giornate di conoscenza e avvicinamento all’animale per sensibilizzare i ragazzi alla disponibilità, alla comprensione e all’accettazione dell’altro».
Quali sono i tuoi obiettivi?
«Ad oggi il mio obiettivo è quello di formarmi e promuovere Equine-Facilitated Psychotherapy (EFP) che in Italia è una tecnica ben poco conosciuta. Questo intervento si propone con una sorta di psicoterapia che sfrutta la vicinanza, l’osservazione, il contatto e la relazione con l’animale come oggetto fulcro dell’intervento. Poiché tale vicinanza attiva rende esplicite reazioni emotivo-affettive e relazionali facendole emergere in maniera inconsapevole».
Come intendi raggiungere questi obiettivi?
«In questo momento sto collaborando con Marco Morganti, addestratore cinofilo, formatore di interventi assistiti degli animali, nello specifico coordinatore del Cavallo e del Cane. Stiamo creando un’associazione completamente dedicata agli interventi assistiti dagli animali, nel nostro caso cani e cavalli. L’obiettivo che abbiamo è quello di riuscire a portare l’intervento assistito dagli animali in Centri altamente strutturati come ospedali, carceri e residenze per anziani».
Quali sono i benefici che può portare l’ippoterapia?
«Il fulcro degli IAA (Interventi Assistiti con gli Animali) è offrire la possibilità all’utente di sperimentare una relazione sana senza che essa sia mediata dalla comunicazione verbale e dalle sovrastrutture di base sociale che condizionano fin troppo il comportamento dell’essere umano. La relazione con un animale ci predispone all’accettazione dell’altro, del diverso e ci stimola alla ricerca del compromesso relazionale e comunicativo. Attraverso il lavoro con l’animale ci proponiamo di intervenire e migliorare la capacità di regolazione emotiva, la gestione della frustrazione e il riconoscimento delle emozioni. Il contatto e la relazione con esso ci offre la possibilità di partecipare a un dialogo silenzioso che ha una potenza straordinaria, maggiore di qualsiasi comunicazione verbale. Gli interventi assistiti degli animali offrono possibilità di miglioramento di capacità emotivo-affettive, relazionali, psicomotorie e di coordinazione dei movimenti posturali. Gli interventi che facciamo spaziano dall’area psicoaffettiva a quella relazionale e comunicativa, ma anche psicomotoria, quindi fisica».
In conclusione, l’ippoterapia si afferma come una pratica terapeutica di grande valore, capace di migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità, favorendo il benessere fisico, psicologico e relazionale. Grazie alla sua combinazione di cura, natura e relazione con l’animale, offre un’opportunità unica per il recupero e la crescita personale, portando luce nei percorsi di riabilitazione.
Qui di seguito sono riportate due foto scattate dal Circolo Ippico Tuderte…


…E altre due che ritraggono la visita di alcune classi del Liceo Jacopone, coinvolte nel rapporto cavallo-uomo al Circolo Ippico Tuderte.


Eleonora D’Angelo
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