TODI- Il 12 e il 13 ottobre scorsi sono stati giorni di festa per il Gruppo Scout Todi 1 che ha festeggiato il trentennale dalla nascita della comunità, dedicandosi ad attività in perfetto stile scout, dal montaggio delle tende alla realizzazione dell’alzabandiera sul prato antistante la Consolazione.
Ma chi sono i protagonisti di questa avventura attraverso cui sono passate nel mondo oltre 300 milioni di persone, nata dalla genialità di un ex generale inglese Robert Baden- Powell?
LA STORIA– Il Gruppo Scout Todi 1 nasce ufficialmente nel 1989 (come gruppo appartenente alla A.G.E.S.C.I, Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), anche se già nel 1923 era nato un primo gruppo scout che fu costretto a sciogliersi nel 1928 per il divieto emanato con l’avvento del fascismo. Anche se con mezzi a volte di fortuna, i ragazzi si appassionano al nuovo modo di stare insieme, basato sulla lealtà e sull’onore, sulla fiducia e sulla responsabilità. Dopo la seconda guerra mondiale, l’entusiasmo e la piacevolezza di stare insieme portano alla rinascita di un secondo gruppo scout, ancora rigorosamente maschile, che sarà destinato a scomparire nel 1952. Fra loro c’era il compianto Vescovo della diocesi Decio Lucio Grandoni. Solo nel 1987 il parroco del SS. Crocifisso Don Alceste Corboli e Don Carlo Franzoni decidono di rilanciare le attività per i giovani della parrocchia e seguono un gruppo di ragazzi che sperimentano il metodo scout come proposta di crescita.
Oggi, il gruppo Scout Todi 1 conta 110 ragazzi con età compresa fra gli 8 e i 21 anni, suddivisi in 3 fase d’età: branca L\C formata da bambini di 8-11 anni che vivono nel gruppo come lupetti o come coccinelle e imparano a conoscere la natura attraverso il gioco; branca E\G con ragazzi dai 12 ai 16 anni che, nelle vesti di esploratori e guide, progettano e realizzano in modo autonomo attività e imprese; branca R\S con ragazzi dai 17 ai 21 anni che, in qualità di rover e scolte, si dedicano al servizio nella comunità, giovani capaci di impegno e solidarietà.
L’intero Gruppo è composto, nello specifico, da una comunità capi (Co. Ca.) che comprende adulti al servizio dei ragazzi, educatori e assistenti ecclesiastici, dal Branco ‘Seeonee’ in cui i ragazzi dagli 8 agli 11 anni sono divisi per sestiglie, dal Reparto ‘Aldebaran’ formato da due squadriglie femminili (Leonesse e Aquile) e due maschili (Cinghiali e Iene) e, infine, dal Clan\Fuoco ‘Rainbow’ che comprende un primo momento chiamato Noviziato.
Così dunque Robert Baden-Powell descrive affettuosamente lo scoutismo che grazie a lui nacque ufficialmente nel 1907 in Inghilterra e che progressivamente si diffuse in tutto il mondo fino ad affermarsi anche a Todi nel lontano 1923.
Lo scoutismo si basa su quattro principi cardinali: formazione del carattere, abilità manuali, salute e forza fisica, servizio verso il prossimo, principi che risultano essere gli stessi adottati da tutti i gruppi scout nel mondo. Ci sono anche molte tradizioni condivise da tutti i gruppi scout del mondo come il Thinking Day il 22 febbraio e San Giorgio protettore delle guide e degli scout il 23 aprile, ma il Gruppo Scout Todi conta anche delle cerimonie più “intime” tra cui la promessa scout e la scelta del proprio nome di caccia, detto Totem, attribuito ai ragazzi dopo aver dimostrato coraggio e abilità in varie prove svolte di notte.
LEGGE SCOUT
La guida e lo scout:
- pongono il loro onore nel meritare la fiducia;
- sono leali;
- si rendono utili e aiutano gli altri;
- sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout;
- sono cortesi;
- amano e rispettano la natura;
- sanno obbedire;
- sorridono e cantano anche nelle difficoltà;
- sono laboriosi ed economi;
- sono puri di pensieri, parole ed azioni.
PROMESSA LUPETTO/COCCINELLA
“Prometto, con l’aiuto e l’esempio di Gesù, di fare del mio meglio per migliorare me stesso/a, per aiutare gli altri, per osservare la legge del Branco/cerchio”
Il Gruppo Scout Todi si prefigge lo scopo di formare giovani ad essere buoni cittadini nel rispetto e nell’amore verso il prossimo, come affermato da uno dei capi, Andrea Befani: «ci rivolgiamo ai giovani come persone, chiamate a rispondere volontariamente alla chiamata di Dio, percorrendo la strada che porta a Cristo. Agiamo per la pace, intesa come rispetto per la vita, crediamo nel bene che è in ciascuno di noi, educhiamo alla libertà, nel pensare e nell’agire, dai modelli culturali, economici e politici che condizionano e limitano l’uomo». L’atmosfera che si crea fra i ragazzi è molto intima e familiare e nel corso degli anni si instaura un rapporto di fratellanza, dove tutti si rendono disponibili per aiutare gli altri, a partire dai più piccoli: si costruisce un rapporto saldo e duraturo che porta i ragazzi, una volta maturati e cresciuti, a non abbandonare il gruppo ma ad iniziare un percorso di formazione per diventare educatori e mettersi al servizio degli altri. Un’esperienza significativa che Andrea Befani ci racconta è il viaggio a Lourdes: «Ho vissuto insieme ai miei ragazzi un’esperienza unica, ho sperimentato cosa significasse essere famiglia, con migliaia di giovani provenienti da tutta Europa, uniti in Cristo, per il prossimo, membra dello stesso corpo in grado di capirci senza nemmeno parlare, guidati dal miracolo dell’amore». Ricorda l’amico Tiberio Gigli «grazie al quale ho imparato la gioia delle piccole cose, la semplicità quale dono di grandezza, l’amicizia e la condivisione nell’essenzialità».
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