Todi e il Cinema: un amore…da film!

TODI- Con la sua posizione sopraelevata e i suoi edifici medievali, la nostra città può apparire un po’ provinciale, la cui bellezza è nota soltanto ai locali o ai più informati.

In realtà Todi, proprio per le sue costruzioni storiche, frutto di un passato millenario che ancora oggi si può respirare camminando nel centro storico, è diventata meta prediletta di registi e attori, anche internazionali, e si è resa palcoscenico di numerosi film dai generi più disparati: si parla di commedie, spaghetti western, ma anche thriller psicologici e biografie storiche…

E se vi dicessi che personalità del cinema del calibro di Riccardo Scamarcio, Emily Ratajkowski ma anche Sergio Castellitto hanno recitato sullo sfondo mozzafiato di Todi?

In entrambi i primi casi citati, parliamo di film dal tema psicologico, precisamente un thriller del 2017, “Welcome home” diretto da George Ratliff, la cui trama tratta la storia di una coppia di americani in crisi che si reca in Italia per recuperare il proprio rapporto, messo però a dura prova dalla presenza di Federico, l’inquietante vicino di casa che si insinua tra loro.

Nel secondo invece la regia è tutta italiana, diretta da Paolo Genovese, che nel 2012 ha scelto proprio la nostra città, in particolare Piazza del Popolo e il suo casale a San Damiano, a 7 km da Todi, per la registrazione di “Una famiglia perfetta”, che raccoglie grandi nomi del cinema contemporaneo italiano, come il sopracitato Sergio Castellitto e Claudia Gerini.

Si parla di una commedia all’italiana dai temi molto delicati, è il remake di un successo spagnolo dal titolo “Famiglia”, il cui protagonista è Leone, un personaggio solo, eccentrico, e molto ricco, che ingaggia una compagnia teatrale per rappresentare una famiglia perfetta a Natale.

È una pellicola che muove al riso ma con toni da commedia amara, tutta giocata sul filo del grottesco, e che riflette sui temi della solitudine e della famiglia.

Di tutt’altro registro “Sette monache a Kansas City”, uno spaghetti western del 1973 diretto da Marcello Zeani, in cui vediamo invece il cowboy, il villaggio, i grandi spazi, gli indiani, le pistole, il vecchio West… Caratteristiche tipiche di un genere che ha reso la frontiera assoluta protagonista, qui interpretata da… Todi!

Due sgangherati cowboys, per puro caso, trovano un filone d’oro, ma attorno a loro varie gang di fuorilegge si muovono per fregarli. L’unico rifugio possibile è un convento dove le suore sono, però, più agguerrite che mai.

Il clima comico e i malintesi sono condivisi anche dalla pellicola “Giulietta e Romanoff” del 1961, diretta da Peter Ustinov, che rielabora Giulietta e Romeo in clima di Guerra Fredda: siamo alle Nazioni Unite e il presidente di un piccolo Stato si astiene dal votare una proposta che ha raccolto un ugual numero di voti positivi e negativi. Ciascuno dei due blocchi rivali cerca di accaparrarsi il suo favore.

Scena di “Giulietta e Romanoff”

L’Umbria è senza dubbio una terra che per anni ha sedotto artisti, con le sue roccaforti, basiliche e le verdi colline incontaminate, e in particolare Todi è diventata una musa ispiratrice del cinema d’autore italiano, diventando la sceneggiatura prediletta del regista Pupi Avati, colpito dalla limpida bellezza delle campagne limitrofe, merito della relazione instauratasi da quando la madre, negli anni 70, ha acquistato una tenuta nel tuderte in cui trascorre tutt’ora una parte dell’anno con la sua famiglia.

Prodotto di questo vincente connubio artistico sono numerose pellicole negli anni ‘90, come “Magnificat”, con Luigi Diberti, Arnaldo Ninchi e Consuelo Ferrara.

Ambientato nella settimana santa della Pasqua del 926 dopo Cristo, narra di come gli uomini del tempo continuassero a cercare disperatamente un rifugio nella religione per dare un senso agli orrori del mondo.

La malinconia, l’orrore e la fede sono i tre elementi distintivi del grande regista bolognese.

Vediamo Todi anche nella pellicola “L’arcano incantatore” con Carlo Cecchi e Stefano Dionisi.

Un racconto di paura in cui superstizioni ancestrali convivono fianco a fianco con la minaccia di un Male cattolicamente inteso e che è considerato la miglior pellicola gotica firmata Pupi Avati, nell’ambientazione storica, nei riferimenti culturali e nelle atmosfere.

Il sodalizio artistico persiste anche nei primi anni 2000, quando Avati torna a girare in terra tuderte con “I cavalieri che fecero l’impresa”, film sulle avventurose gesta che portarono la sacra Sindone in terra di Francia.

Pupi Avati

È evidente come Todi sia una città intrisa di cultura, storia, arte e questo legame viene rafforzato nel 1965, quando il regista e produttore britannico sir Carol Reed la sceglie per rappresentare una Roma del sedicesimo secolo, rendendo la nostra Piazza del Popolo la Piazza San Pietro del 1508, per il suo “Il Tormento e l’Estasi”, che fissa su fotogrammi la storia del grande Michelangelo, e che gli vale la candidatura agli Oscar per la miglior scenografia.

Nel recente 2021, località come il Tempio di San Fortunato, Piazza del Montarone, il Palazzo Vescovile e la Valle Inferiore hanno prestato la loro bellezza a pellicole come “La Befana vien di notte 2. Le origini”, che vanta i nomi di Monica Bellucci ( per altro proprio umbra), Alessandro Haber, Fabio De Luigi, Corrado Guzzanti.

Non di meno, anche “La leggenda di Kaira”, cortometraggio tratto dall’omonimo fumetto fantasy di Emanuela Del Zompo in cui è raccontato un viaggio temporale dal medioevo al tempo d’oggi, i cui i temi principali sono la diversità, le condizioni della donna e i diritti umani.

Il successo cinematografico di Todi non si ferma però qui; sono infatti in produzione ben altri due film che la vedranno palcoscenico di sceneggiature anche internazionali, e nell’attesa, potremmo approfittarne per recuperare la visione delle pellicole citate, cercando di riconoscere i luoghi della nostra terra e i tuderti che hanno offerto il loro volto come comparse…sentendoci, così, un po’ come a casa!

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