IL CENTENARIO DELLA MORTE DI LENIN: IDEOLOGIA E IMMAGINARIO COLLETTIVO

Vladimir Il’ič Ul’janov detto Lenin, leader del Partito Bolscevico e fondatore dell’Unione Sovietica, è stato una figura polarizzante, ammirata da alcuni come il padre della rivoluzione proletaria e criticata da altri come il precursore di regimi totalitari.

La sua scomparsa il 21 gennaio 1924, all’età di soli 53 anni, ha segnato la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova era politica e sociale. Il suo impatto sulla politica mondiale è stato immenso, influenzando non solo la storia della Russia, ma anche la politica internazionale e la teoria economica.

Mentre il mondo commemora il centenario dalla sua morte, si rende necessaria una riflessione sull’importanza dell’ideologia nel tessuto sociale e culturale di una nazione. In particolare, nell’ex Unione Sovietica, Lenin continua ad essere una figura di rilievo anche per le persone prive di cultura politica.

Lenin è celebrato come l’artefice della Rivoluzione del 1917, un evento che ha portato all’emancipazione di milioni di servi della gleba dall’oppressione zarista, permettendo loro l’accesso alla conoscenza e alla sua libera fruizione. La rivoluzione d’ottobre incarna ideali di patriottismo, sovranismo ed internazionalismo, conciliando elementi che in un contesto diverso potrebbero sembrare inconciliabili.

Per molti russi, Lenin rappresenta quindi un simbolo eterno di un’epoca in cui la tradizione e il rinnovamento si fondono per costruire una società improntata al perfezionamento dell’uomo sia come individuo che come comunità. La scritta “Podvig sovetskogo naroda – bessmerten” (La prodezza del popolo sovietico è immortale) ancora presente su molti edifici, testimonia questa eredità.

L’epoca successiva alla guerra fredda ha portato ad una occidentalizzazione superficiale del blocco ex-sovietico, contraddistinta da un’ideologia economica e finanziaria che privilegia una piccola élite a discapito della maggioranza della popolazione. Il temporaneo vantaggio occidentale ha generato nella società post-sovietica una sorta di copertura superficiale sotto la quale, tuttavia, si nasconde una realtà decisamente diversa: l’apparente occidentalizzazione ha riguardato esclusivamente una propensione al consumismo senza minimamente intaccare i nove decimi sommersi dell’iceberg.

Certamente il suo governo non è stato privo di controversie ed episodi di repressione. Durante il suo mandato, la Russia è stata sconvolta dalla guerra civile, dalla carestia e da un forte autoritarismo. Le politiche di nazionalizzazione e collettivizzazione hanno portato a una drastica ridistribuzione della ricchezza, ma hanno anche generato opposizione e dissidenza.

Nonostante le critiche rivolte al suo regime, l’eredità di Lenin rimane complessa e dibattuta. Per alcuni, è stato un visionario che ha cercato di realizzare l’utopia socialista, per altri è stato un dittatore che ha soffocato le libertà individuali in nome dell’ideologia.

A cento anni dalla sua morte, l’influenza di Lenin continua a farsi sentire nel panorama politico internazionale. Sebbene l’Unione Sovietica si sia dissolta nel 1991, il suo pensiero e il suo metodo rivoluzionario hanno lasciato un’impronta indelebile sulla storia moderna. La complessità delle sue idee, specialmente in un’epoca di crescente disuguaglianza economica e instabilità politica, continua a suscitare interesse e dibattito.

Oltre ad essere il primo attore della Rivoluzione d’Ottobre e il fondatore dello stato sovietico, Lenin è stato un pioniere nella lotta per l’emancipazione delle donne, soprattutto grazie al contributo decisivo di sua moglie Nadežda Konstantinovna Krupskaja, ex ministro dell’educazione. Nel corso della sua azione di governo ha avviato numerose riforme volte a migliorare lo status delle donne nella società sovietica, aprendo la strada a significativi progressi per i diritti delle donne nell’URSS rappresentando un modello virtuoso su scala planetaria. È un dato di fatto inopinabile che la prima donna cosmonauta, Valentina Tereshkova, fosse cittadina sovietica. Prima di lei autorevoli figure come Marina Raskova, eroica aviatrice della grande guerra patriottica, testimoniavano il fatto che l’emancipazione femminile era reale e ampiamente consolidata, a differenza di quanto accadeva in tutto il resto del mondo.

Una delle prime e più significative misure adottate da Lenin fu, non a caso, l’introduzione del decreto sull’emancipazione delle donne nel 1917, poco dopo la presa del potere da parte dei bolscevichi. Questo decreto ha garantito alle donne diritti legali e politici senza precedenti, inclusi il diritto al voto e alla partecipazione attiva nella politica e nella società. Ciò ha posto le basi per una radicale trasformazione del ruolo delle donne nella società sovietica .

Successivamente, nel 1918, il governo bolscevico sotto la guida di Lenin ha promulgato la legge sul divorzio, che ha liberalizzato le norme matrimoniali e ha concesso alle donne il diritto di divorziare senza il consenso dei loro mariti.

Inoltre, Lenin ha sostenuto attivamente l’istituzione di servizi di assistenza all’infanzia e di istruzione per le donne, consentendo loro di partecipare pienamente alla forza lavoro e alla vita pubblica senza il peso delle responsabilità familiari. In tal modo è stato possibile ridurre le disuguaglianze fra i due sessi sia nell’istruzione che nell’occupazione, istituendo di fatto l’uguaglianza economica tra uomini e donne.

La società che Lenin ha contribuito a plasmare si basava sui valori del lavoro, dell’amore per la propria terra, dello spirito di solidarietà e dell’importanza della cultura accessibile a tutti.

Il crescente dominio del liberismo sregolato, con la sua pretesa di controllare la cultura  e ridurre il lavoro a mero strumento di sussistenza, ha rappresentato l’antitesi conseguente alla tesi di Vladimir Il’ič.

Il centenario della morte di Lenin non solo ci offre l’opportunità di ricordare l’importanza del suo ruolo nella storia del XX secolo, ma ci invita anche a riflettere sull’eredità che ha lasciato, sull’importanza dell’ideologia nel plasmare l’immaginario collettivo di un popolo e sulle sfide che esso affronta nel contesto geopolitico attuale.

La sua figura è tutt’oggi un totem inamovibile nell’immaginario collettivo del popolo russo, mentre continua a suscitare dibattiti sulle implicazioni della sua ideologia e del suo governo da parte di coloro i quali si limitano ad analizzare il decorso storico dalla Rivoluzione d’Ottobre alla caduta del muro di Berlino, omettendo di inserire nell’analisi quanto è successo da allora fino ai nostri giorni: e ciò è necessario se si vuole giungere ad una sintesi. 

A cento anni dalla sua scomparsa, l’eredità di Lenin ci spinge ad esaminare criticamente il passato per comprendere il nostro presente ed avere una possibilità di incidere nei processi che forgiano il nostro futuro.

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