TODI – Ancora una volta Francesco Torchia, storico animatore del laboratorio teatrale “Liminalia”, unisce un gruppo di giovani studenti del Liceo “Jacopone da Todi” proponendo una “rivisitazione” di testi e autori teatrali moderna e accattivante, in cui i partecipanti al Laboratorio e i protagonisti dello spettacolo sono pienamente coinvolti, potendo esplicitare la propria creatività e curiosità intellettuale.
Rappresentato sabato 27 maggio, lo spettacolo di quest’anno è stato Marat/Sade, liberamente tratto dall’opera del drammaturgo tedesco Peter Weiss. In esso si immagina che una compagnia di filodrammatici di un ospedale psichiatrico, sotto la direzione di un ospite illustre, il marchese De Sade, insceni il racconto della persecuzione e dell’assassinio di Jean-Paul Marat, uno dei protagonisti della Rivoluzione francese. Un lavoro serio e impegnativo, che ha coinvolto appieno gli studenti partecipanti al Laboratorio nel doppio ruolo di matti e rivoluzionari, un lavoro che ha richiesto una particolare attenzione da parte del pubblico, sollecitato non solo dalla visionarietà di scene e azioni, ma anche dalle parole pronunciate dai personaggi. Marat e Sade, innanzitutto, contrapposti in un conflitto tra istanze di cambiamento dell’individuo da una parte e di rovesciamento sociale e politico dall’altra.
Sul palcoscenico Nina Altieri, Luca Bertoldi, Vittoria Blondeau, Francesco Calistroni, Agnese Cardaio, Daniela Chiper, Francesca Gagliardini, Natalie Greene, Cecilia Alma Levita, Stefano Luneia, Federica Mechella, Letizia Moriconi, Alessandro Peppucci, Alessia Pianegiani, Eleonora Primieri, Francesca Quici, Elena Rocchi, Filippo Rosati, Vittorio Scanu e Francesco Trippella.
L’adattamento è stato scritto e diretto da Francesco Torchia, al quale abbiamo rivolto alcune domande.
Come è nato il progetto del teatro?
«È nato dall’incontro tra alcuni docenti del Liceo interessati all’introduzione dell’arte teatrale nel curriculum scolastico e la mia compagnia, motivata a sviluppare una specifica pedagogia teatrale nell’ambito della scuola».
Da quanti anni lavora con il teatro del Liceo?
«Il laboratorio è iniziato nel lontano 1985».
Qual è la sua esperienza passata con il teatro?
«Ho iniziato nei primi anni Settanta. Dopo un periodo formativo con maestri della tradizione occidentale e orientale del teatro, ho fondato e ho fatto parte di diverse compagnie teatrali professionali di ricerca e sperimentazione. Dagli anni Ottanta all’attività di attore e regista ho affiancato l’impegno pedagogico rivolto al mondo della scuola».
Qual è la qualità più importante che ricerca nei giovani attori che lavorano con lei?
«Intanto cerco di trasmettere i rudimenti del linguaggio teatrale e dell’arte dell’attore. Poi attraverso questi, giocando sulla soglia stretta tra finzione e realtà, tento di contribuire alla crescita e formazione umana degli studenti».
Secondo lei cosa sviluppa questo laboratorio teatrale in ognuno di loro?
«Spero che susciti un interesse verso ogni linguaggio artistico e sviluppi una capacità di ascolto e relazione autentica con gli altri».
In che cosa consiste il laboratorio teatrale di quest’anno?
«Lo spettacolo realizzato attraverso il laboratorio teatrale di quest’anno si pone il tema del cambiamento radicale della società. Il confronto tra Marat e Sade su cui è incentrata l’opera sviluppa la dialettica tra cambiamento dell’individuo e rivoluzione sociale e politica, sostenendo il legame indissolubile tra i due poli della dialettica. Quando questi ultimi non sono andati di pari passo, tutte le rivoluzioni – nella storia umana – hanno finito con il ribaltare o rinnegare i principi che le avevano generate, per defluire nella duplice deriva della restaurazione e del totalitarismo»
Come mai questa scelta?
«All’inizio ho presentato tre diversi progetti, poi dopo una conversazione con gli studenti partecipanti si è arrivati alla scelta definitiva».
Quali sono i suoi prossimi progetti?
«Al momento sono impegnato a portare a termine al meglio i progetti presenti. Per il futuro c’è sempre tempo».
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